· Città del Vaticano ·

Pellegrinaggi giubilari
Anche il capo di Stato tra i duemila fedeli giunti dalla Lituania

Una nuova speranza
in un’epoca di incertezza

 Una nuova speranza  in un’epoca di incertezza   QUO-055
07 marzo 2025

«Stiamo vivendo un’epoca di prove, tra guerre e incertezza. Ma nulla potrà mai toglierci la speranza, se non distogliamo il nostro sguardo da Gesù»: è stato questo uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal presidente della Conferenza episcopale lituana, l’arcivescovo di Vilnius, Gintaras Grušas, in occasione del pellegrinaggio giubilare che i fedeli del Paese hanno compiuto lunedì 3 marzo nella basilica Vaticana. Circa duemila i lituani presenti a Roma e incoraggiati dal presule — che è anche presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) — a «portare una nuova speranza in Lituania», vivendola «ogni giorno» e facendo in modo che «il futuro della nazione e quello delle famiglie siano sempre pieni di speranza, di pace e di gioia donate da Dio».

Alla celebrazione eucaristica in San Pietro ha partecipato anche il presidente della Lituania, Gitanas Nausėda che, nello stesso giorno, è stato ricevuto in udienza dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

Giunti a Roma il 1° marzo, i fedeli lituani non hanno potuto partecipare alla prevista udienza giubilare di Papa Francesco, annullata a causa del suo ricovero al Policlinico “Gemelli”. I pellegrini hanno quindi deciso di prendere parte al rosario della sera, in piazza San Pietro. «È stata un’opportunità per essere vicino al Papa — ha spiegato ai media vaticani padre Artūras Kazlauskas, coordinatore del gruppo —. È stato un momento significativo: anche se non abbiamo potuto incontrare il Santo Padre, siamo stati in comunione con lui nella preghiera».

Sabato 1° marzo, i fedeli lituani hanno varcato la Porta Santa della basilica di San Giovanni in Laterano, dove hanno preso parte alla liturgia penitenziale. Nello stesso luogo, in occasione del “Giubileo della pace” del 1925, si recò Jurgis Matulaitis, vescovo e fondatore lituano della Congregazione dei Chierici mariani, beatificato da san Giovanni Paolo ii nel 1987. «Nelle sue annotazioni — ha evidenziato padre Kazlauskas — il beato Matulaitis racconta che, arrivato a Roma, andò subito al Laterano per accostarsi al sacramento della confessione. Penso quindi che sia stato molto simbolico aver compiuto lo stesso percorso cento anni dopo», perché «senza la confessione non possiamo sperimentare l’indulgenza plenaria».

Successivamente, il vescovo di Vilkaviškis, Rimantas Norvila, ha presieduto la messa e, nella sua omelia, ha esortato i fedeli lituani a contribuire, ciascuno secondo le proprie possibilità, alla missione di Cristo nelle rispettive diocesi e parrocchie. «Ovunque lavoriamo, qualunque siano la nostra professione o le nostre capacità — ha detto il presule —, con la nostra preghiera, con il nostro tempo, con l’assistenza concreta o anche un semplice supporto, possiamo contribuire alla missione iniziata da Gesù, aiutando a guidare le persone verso la salvezza e la vita eterna», perché «il Giubileo è un tempo di speranza».

A scandire le tappe del pellegrinaggio giubilare dei fedeli lituani, c’è stata anche l’adorazione del Santissimo Sacramento in alcune chiese del centro storico di Roma. Il momento di preghiera è stato incentrato, in particolare, sulla figura di san Casimiro, patrono della Lituania, la cui memoria liturgica è ricorsa il 4 marzo. «Abbiamo deciso di pregare per le vocazioni dei giovani lituani, dei quali san Casimiro è patrono — ha sottolineato ancora padre Kazlauskas —. A lui, dunque, abbiamo chiesto di intercedere presso il Signore perché i ragazzi siano coraggiosi nelle loro scelte e compiano un cammino di vero servizio a tutti. Solo così, infatti, si sperimenta una vita piena e completa».

Tra gli altri luoghi di culto visitati dai fedeli lituani durante la permanenza a Roma c’è stata anche, il 2 marzo, la basilica di San Paolo fuori le Mura dove, come ogni anno nella prima domenica di marzo, si è pregato per i lituani che vivono in tutto il mondo. Centrale, infine, la visita alla chiesa del Gesù che custodisce le spoglie non solo di sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, ma anche di Jerzy Radziwiłł, primo cardinale nella storia della Lituania. (isabella piro)