· Città del Vaticano ·

Pellegrinaggi giubilari
Le parrocchie della seconda prefettura della diocesi di Roma

Piccoli astri che illuminano un mondo difficile

 Piccoli astri che illuminano  un mondo difficile  QUO-055
07 marzo 2025

«Possiamo essere piccoli astri che illuminano un mondo difficile, offrendo un orizzonte di visione più alto di quello comune». Christian Massaro, 29 anni, è uno dei circa 400 fedeli che hanno preso parte — il 28 febbraio e il 1° marzo — al pellegrinaggio giubilare delle parrocchie della seconda prefettura della diocesi di Roma.

Originario di Gorizia ma trapiantato nell’Urbe – lavora alla Fondazione Bartolucci ed è impegnato a San Salvatore in Lauro come organista –, racconta che le comunità parrocchiali coinvolte, tutte situate nel centro storico, hanno affrontato un «cammino intensificatosi in quest’ultimo periodo» proprio per prepararsi al meglio al Giubileo sia in termini di accoglienza dei pellegrini sia come comunità cristiane.

Così, dopo la mattinata a San Salvatore in Lauro dedicata alle confessioni, la recita del rosario e la messa presieduta dal vicario episcopale per il settore ovest don Alessandro Zenobbi, dalla parrocchia del rione Ponte — che è chiesa giubilare della diocesi di Roma — i fedeli, accompagnati da una trentina di sacerdoti, si sono messi in cammino fino alla basilica di San Pietro.

«A causa della pioggia — racconta Massaro — abbiamo vissuto anche qualche piccola difficoltà e qualche disagio che hanno reso veramente “penitenziale” il percorso, ma in tale contesto è stato toccante vedere la compostezza e la caparbietà con le quali i più anziani e fragili hanno affrontato la sfida. Anche la parte “esteriore” del pellegrinaggio — il corteo aperto dalla croce, le preghiere, i canti — era dominata da segni visibili di una appartenenza che fa bene al cuore e all’anima».

In un mondo «sempre più disperato — conclude l’organista — noi cristiani abbiamo il compito non di parlare di una speranza generica ma di annunciare che la speranza ha un nome e un volto, quello di Gesù».

Nonostante il maltempo ha vissuto il pellegrinaggio «con serenità» anche Alfonso Marini Dettina, 57 anni, avvocato rotale. «Mi sono emozionato vedendo la moltitudine dei pellegrini che si avviava lungo via della Conciliazione, e ho avvertito il respiro universale della Chiesa», rimarca, aggiungendo che «è stato importante per noi tutti aver pregato insieme per la salute di Papa Francesco».

Ha sperimentato un pellegrinaggio colmo di gioia la quasi sessantenne Rita Lorena Vannozzi, impiegata in struttura ospedaliera, membro del Consiglio parrocchiale di San Salvatore in Lauro: «Un passo dopo l’altro, ci siamo avviati — con mio marito, mio fratello e due care amiche — pregando e sorridendo alle persone accanto». D’altra parte, al centro vi era la speranza, «fulcro da non perdere di vista per non diventare “persone tristi”». (lorena leonardi)