· Città del Vaticano ·

Durante il rosario serale guidato dal cardinale Fernández Artime

La voce del Papa torna
a risuonare in San Pietro

Faithful attend a prayer service as Pope Francis continues treatment at Gemelli hospital, at the ...
07 marzo 2025

di Salvatore Cernuzio

«Ringrazio di cuore per le vostre preghiere per la mia salute dalla Piazza, vi accompagno da qui. Che Dio vi benedica e che la Vergine vi custodisca. Grazie». Dopo ventuno giorni di apprensione, di vuoto, di finestre chiuse e preghiere serali ininterrotte, la voce di Papa Francesco è tornata per la prima volta a risuonare in piazza San Pietro.

Intorno alle 21 di ieri sera, prima di dare il via all’undicesima recita del rosario, un audio di meno di 30 secondi in spagnolo registrato dal Pontefice al Policlinico Gemelli, dov’è ricoverato, è stato trasmesso in filodiffusione per le centinaia di fedeli riuniti in preghiera per la sua salute.

È stato il cardinale salesiano Ángel Fernández Artime, pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (era lui a guidare la preghiera mariana), ad annunciare la «bellissima notizia» del messaggio vocale che Francesco ha voluto condividere con il mondo. Un segno di gratitudine del Papa «toccato dai numerosi messaggi di affetto che quotidianamente gli vengono inviati, e grato per le preghiere del popolo di Dio».

«Un bel dono — ha detto il porporato — per noi che siamo qui e per tutti nel mondo: tante persone cattolici e cristiani donne e uomini di buona volontà che gli sono vicini e pregano per lui».

La voce del Pontefice si diffonde quindi nello spazio e nel tempo. È affannata, il respiro è pesante, le sillabe scandite lentamente in spagnolo, ma è il Papa. È Francesco. Un applauso è partito dal fondo delle file. Il Papa è “tornato” nella sua casa, e dal decimo piano di quella che dal 14 febbraio è diventata la sua residenza, dissipando illazioni e preoccupazioni sulle sue condizioni, ha voluto farsi presente alla gente che da quasi due settimane, sotto il cielo di Roma e nell’abbraccio dell’emiciclo berniniano, si riunisce ogni sera per invocare la guarigione del Pontefice.

Gli sguardi erano assorti e fissavano prima le colonnine delle casse audio e, subito dopo, i maxi-schermi, forse nella speranza di vederlo il Papa, oltre che sentirlo. Il Papa, Papa Francesco, la sua voce. Le mani si sono strette intorno alle coroncine. In prima fila sventolava una bandiera polacca. Tantissime le suore, numerosi i sacerdoti, presente anche un gruppo di ragazzi. Quasi si faceva fatica, dopo l'audio del Pontefice, a riprendere lo schema della quotidiana preghiera serale. Il cardinale ha atteso la fine del lungo applauso per avviare la recita dei Misteri luminosi. «Ci raccogliamo in preghiera per la salute del Santo Padre Francesco con Maria, Madre della Chiesa e del Buon Consiglio», ha detto il porporato salesiano affidandosi all’intercessione della Vergine venerata con questo titolo dal fondatore san Giovanni Bosco.

Alle sue spalle, come da undici sere a questa parte, campeggiava l’icona di Maria Mater Ecclesiae che sembra vegliare sulla schiera di cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi della Curia romana e della diocesi di Roma sistemati sul sagrato della basilica e sulla folla di gente di diversa età e nazionalità unita da un’unica implorazione: la ripresa del Papa.

A Maria si è rivolto Fernández Artime affinché «nessun ostacolo ci faccia deviare dalla strada che porta alla salvezza». Poi l’assemblea ha intonato l’antica preghiera dell’Oremus pro Pontifice nostro. La preghiere per il «nostro» Pontefice, Francesco. Il Papa da più di venti giorni distante, ma ieri sera, in qualche modo, presente.