Lunedì 3
“Policrisi” |
Nell’Assemblea generale di quest’anno vi siete proposti di affrontare la questione che oggi viene definita “policrisi”. |
Il termine evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo, in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, problemi energetici, epidemie, fenomeno migratorio, innovazione tecnologica.
L’intreccio di queste criticità, che toccano contemporaneamente diverse dimensioni della vita, ci induce a interrogarci sul destino del mondo e sulla nostra comprensione di esso.
Un primo passo da compiere è quello di esaminare con maggiore attenzione quale sia la nostra rappresentazione del mondo e del cosmo.
Un altro passo importante per evitare di rimanere immobili, ancorati alle nostre certezze, alle nostre abitudini e alle nostre paure, è ascoltare attentamente il contributo dai saperi scientifici.
Il tema dell’ascolto è decisivo.
Nell’incontro con le persone e con le loro storie e nell’ascolto delle conoscenze scientifiche, ci rendiamo conto di quanto i nostri parametri riguardo all’antropologia e alle culture esigano una profonda revisione.
Da qui è nata anche l’intuizione dei gruppi di studio su alcuni temi emersi durante il percorso sinodale.
L’ascolto delle scienze ci propone continuamente nuove conoscenze.
Speranza è slancio verso la “vita vera” |
Il nostro modo di intendere la “creazione continua” va rielaborato, sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci. Assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte; ed è una legge che disumanizza. |
La speranza è l’atteggiamento fondamentale che ci sostiene nel cammino.
Essa non consiste nell’attendere con rassegnazione, ma nel protendersi con slancio verso la vita vera, che porta ben oltre lo stretto perimetro individuale.
Dobbiamo purtroppo constatare una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali.
Eppure dobbiamo continuare a impegnarci con determinazione per «organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali».
In tal modo si promuove un multilateralismo che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile.
Si tratta di un compito urgente che riguarda l’umanità intera.
(Messaggio ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia
per la Vita )
Mercoledì 5
Dio non è uno schema ma una |
In quest’ultima catechesi dedicata all’infanzia di Gesù, prendiamo spunto dall’episodio in cui, a dodici anni, Egli rimase nel Tempio senza dirlo ai genitori, i quali lo cercarono ansiosamente e lo ritrovarono dopo tre giorni. |
Questo racconto presenta un dialogo molto interessante tra Maria e Gesù, che aiuta a riflettere sul cammino della madre di Gesù, un cammino non certo facile.
Infatti Maria ha compiuto un itinerario spirituale lungo il quale è avanzata nella comprensione del mistero del suo Figlio.
Ripensiamo alle varie tappe di questo percorso. All’inizio della gravidanza, Maria fa visita a Elisabetta e si ferma da lei per tre mesi, fino alla nascita del piccolo Giovanni.
Poi, quando è ormai al nono mese, a causa del censimento, con Giuseppe va a Betlemme, dove dà alla luce Gesù.
Dopo quaranta giorni si recano a Gerusalemme per la presentazione del bambino; e quindi ogni anno ritornano in pellegrinaggio al Tempio.
Ma con Gesù ancora piccolo si erano rifugiati a lungo in Egitto per proteggerlo da Erode, e solo dopo la morte del re si erano stabiliti di nuovo a Nazaret.
Quando Gesù, divenuto adulto, inizia il suo ministero, Maria è presente e protagonista alle nozze di Cana; poi lo segue “a distanza”, fino all’ultimo viaggio a Gerusalemme, fino alla passione e alla morte.
Dopo la Risurrezione, Maria resta a Gerusalemme, come Madre dei discepoli, sostenendo la loro fede in attesa dell’effusione dello Spirito Santo.
Sulle tracce del Signore |
In tutto questo cammino, la Vergine è pellegrina di speranza, nel senso forte che diventa la “figlia del suo Figlio”, la prima sua discepola. |
Maria ha portato al mondo Gesù, Speranza dell’umanità: lo ha nutrito, lo ha fatto crescere, lo ha seguito lasciandosi plasmare per prima dalla Parola di Dio.
L’esperienza dello smarrimento di Gesù dodicenne, durante il pellegrinaggio annuale a Gerusalemme, spaventa Maria al punto che si fa portavoce anche di Giuseppe nel riprendere il figlio: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Maria e Giuseppe hanno provato il dolore dei genitori che smarriscono un figlio.
Credevano entrambi che Gesù fosse nella carovana dei parenti, ma non avendolo visto per un’intera giornata, incominciano la ricerca che li porterà a fare il viaggio a ritroso.
Tornati al Tempio, scoprono che Colui che ai loro occhi, fino a poco prima, era un bambino da proteggere, è come cresciuto di colpo, capace ormai di coinvolgersi in discussioni sulle Scritture, reggendo il confronto con i maestri della Legge.
Di fronte al rimprovero della madre, Gesù risponde con disamante semplicità: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Maria e Giuseppe non comprendono: il mistero del Dio fatto bambino supera la loro intelligenza.
I genitori vogliono proteggere quel figlio preziosissimo sotto le ali del loro amore.
Gesù invece vuole vivere la sua vocazione di Figlio del Padre che sta al suo servizio e vive immerso nella sua Parola.
I Racconti dell’Infanzia di Luca si chiudono con le ultime parole di Maria, che ricordano la paternità di Giuseppe nei confronti di Gesù, e con le prime parole di Gesù, che riconoscono come questa paternità tragga origine da quella del Padre suo celeste, del quale riconosce il primato indiscusso.
Come Maria e Giuseppe, pieni di speranza, mettiamoci anche noi sulle tracce del Signore, che non si lascia contenere dai nostri schemi e si lascia trovare non tanto in un luogo, ma nella risposta d’amore alla tenera paternità divina, risposta d’amore che è la vita filiale.
(Catechesi preparata per l’udienza generale)
Il mondo |
Con la Campagna di fraternità, i vescovi del Brasile invitano tutto il popolo brasiliano a percorrere, durante la Quaresima, un cammino di conversione basato sulla Lettera enciclica Laudato si’, che ho pubblicato quasi dieci anni fa, il 24 maggio 2015, e che ho sentito il bisogno di completare con l’Esortazione apostolica Laudate Deum, del 4 ottobre 2023. |
In questi documenti, ho voluto richiamare l’attenzione di tutta l’umanità sull’urgenza di un necessario cambiamento di atteggiamento nei nostri rapporti con l’ambiente, ricordando che l’attuale «crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore».
Perciò lodo lo sforzo della Conferenza episcopale nel proporre ancora una volta come orizzonte il tema dell’ecologia, insieme all’auspicata conversione personale di ogni fedele a Cristo.
Che tutti possiamo, con l’aiuto speciale della grazia di Dio in questo tempo giubilare, cambiare le nostre convinzioni e le nostre pratiche per lasciare che la natura riposi dai nostri avidi sfruttamenti.
Il tema della Campagna di fraternità di quest’anno esprime anche la disponibilità della Chiesa in Brasile a dare un contributo affinché, durante la cop30 del prossimo mese di novembre, che si terrà a Belém do Pará, nel cuore dell’amata Amazzonia, le nazioni e gli organismi internazionali possano impegnarsi effettivamente in pratiche che aiutino a superare la crisi climatica e a preservare l’opera meravigliosa del Creato, che Dio ci ha affidato e abbiamo la responsabilità di trasmettere alle future generazioni.
(Messaggio per la Campagna
di fraternità in Brasile)