Il mondo spera

E dai bambini continuano ad arrivare letterine e disegni
di Lorena Leonardi
e Gianluca Biccini
Una rete invisibile di speranza e conforto si estende fitta attraversando ogni latitudine per levarsi in un’unica voce orante che sale fino al cielo. Fedeli di ogni nazionalità, amici ed estimatori di Papa Francesco la intessono ogni giorno, con pazienza e tenacia, in fiduciosa attesa di un miglioramento delle condizioni del Pontefice ricoverato in ospedale dal 14 febbraio.
Ricordando la sua recente visita a Giakarta, ieri ad Hati in Indonesia — il «poliedro educativo» simbolo di incontro tra culture, creato dai giovani di Scholas Occurrentes e inaugurato dallo stesso Pontefice nell’agosto scorso — è stato celebrato un momento di preghiera interreligiosa. Ha riunito musulmani, cristiani, indù e buddisti nel segno dell’affetto per Papa Bergoglio.
E ininterrotte proseguono le richieste di intercessione per la sua salute anche da parte della minoranza cattolica del Pakistan, dove l’arcivescovo Benny Mario Travas di Karachi ha chiesto al clero locale di pregare per Francesco e quello di Lahore, Sebastian Francis Shaw, ha guidato la recita del rosario con la stessa intenzione nel proprio villaggio natale. Sempre a Karachi, nei giorni scorsi, la comunità parrocchiale di San Paolo ha animato il rosario pomeridiano per il «pieno recupero, la salute e la protezione di Francesco, perché possa guarire il prima possibile e continuare la sua missione apostolica e pastorale nel mondo».
Passando dall’Asia all’Africa, in Libia ogni giorno tramite Facebook le condizioni del Santo Padre diffuse nel bollettino della Sala stampa della Santa Sede vengono comunicate ai fedeli del piccolo gregge cattolico, fa sapere il vescovo francescano Sandro Overend Rigillo, vicario apostolico di Bengasi: «Camminiamo insieme con il Papa nel rosario di ogni giorno e con la messa quotidiana offerta per le intenzioni del Pontefice e per la sua salute provata. Ma lui è forte e speriamo tanto nell’aiuto di Maria», dichiara. A Bangui, nella Repubblica Centrafricana, la comunità si è riunita nella cattedrale per la celebrazione eucaristica «in comunione con il Vaticano e con tutto il mondo affinché il Signore conceda la salute a Papa Francesco», sottolinea suor Mary Pépyne Matendakama, delle Figlie del Sacro Cuore di Maria.
E naturalmente non poteva mancare la sua America latina: in Venezuela la Conferenza episcopale invita tutte le comunità a recitare una preghiera ad hoc, mentre i vescovi portoricani evidenziano il calore, la tenerezza paterna di Francesco e il suo atteggiamento di attenzione alle difficoltà. Da parte loro, i presuli costaricani sottolineano l’umiltà e l’impegno con cui il Santo Padre ha finora guidato la Chiesa, dando testimonianza di fede con la vita e la parola: «Nella sua debolezza umana si riflette la forza di Cristo, che accompagna i suoi servitori in ogni passo».
Infine, Germán Medina Acosta, vicepresidente della Conferenza episcopale di Colombia, in un videomessaggio incoraggia le parrocchie a intensificare le suppliche.
In Italia, i vescovi del Lazio e quelli del Triveneto hanno rivolto il pensiero al Pontefice in apertura alle rispettive assemblee ordinarie delle Conferenze episcopali regionali — il 3 marzo scorso a Frascati e ieri a Zelarino — mentre nel santuario mariano di Pompei la preghiera per Papa Francesco è continua «ed è diventata ancora più intensa in questi giorni di sofferenza», rimarca il rettore Pasquale Mocerino. Speciali invocazioni vengono rivolte al fondatore della “cittadella del rosario”, Bartolo Longo, la cui canonizzazione è stata annunciata lo scorso 25 febbraio: il Papa, «pur in un momento di sofferenza e dalla cattedra speciale dell’ospedale Gemelli, ha voluto concedere a tutti i devoti della Madonna di Pompei questa grande gioia», dice l’arcivescovo prelato Tommaso Caputo.
Dai presuli romeni di rito latino e greco-cattolico giunge l’invito a pregare insieme per il Pontefice che porta nel cuore, si legge in una nota, «le nostre preoccupazioni e speranze, esortandoci sempre all’amore, alla misericordia e all’unità». In una lettera rivolta al clero, ai consacrati e ai fedeli il vescovo Iosif Păuleţ di Iaşi esorta a intensificare le preghiere per Francesco, affinché «Dio lo rafforzi e gli dia la grazia di continuare a guidare la Chiesa con saggezza, fede e amore».
E poi ci sono loro, i bambini, che manifestano il loro affetto con tenere letterine e disegni colorati. Alcuni in modo spontaneo, altri aiutati da adulti. Come avvenuto e continua ad avvenire in molte scuole cattoliche, dove insegnanti e dirigenti stanno incoraggiando gli alunni nella preghiera e nel preparare pensieri augurali per il Papa. Ad esempio, nell’istituto intitolato a Santa Francesca Saverio Cabrini, alla periferia est di Roma. Dai più piccoli del nido e della primavera, passando dalla primaria fino ai ragazzi della secondaria di primo grado, hanno realizzato cartelloni e disegni con tanti «cuoricini rossi». Una giornata, quella del 26 febbraio, è stata dedicata al raccoglimento e alla preghiera comune. Una testimonianza di vicinanza scandita da momenti di silenzio e di riflessione, durante i quali bambini e ragazzini insieme ai loro insegnanti hanno pregato per la pronta guarigione di Francesco, un uomo che spende la sua «vita al servizio di Dio e degli altri — ha detto il preside Alessandro Mellozzini —. La sua malattia ci tocca profondamente e desideriamo essergli vicini in questo momento difficile».
«Con profonda emozione ci uniamo al coro di preghiere che si alza in tutto il mondo per la salute del Vescovo di Roma affinché possa tornare presto in salute e continuare la sua importante missione al servizio della Chiesa e dell’umanità», aggiunge suor Martha Maria Lopez Castsillo a nome delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, la congregazione fondata da Francesca Saverio Cabrini, che da decenni gestisce la scuola al Prenestino, quartiere popolare di quella periferia tanto cara a Papa Bergoglio.