· Città del Vaticano ·

Storie, aneddoti e personaggi nel libro del giornalista Fabio Donfrancesco

Remando sulle canoe
senza farsi vincere
da scie contrarie

 Remando sulle canoe  QUO-051
03 marzo 2025

«Nelle gare di canoa come nella vita c’è chi sfrutta la scia per andare avanti e chi per scelta o perché costretto dagli eventi deve pagaiare sulle controscie. Non è detto che alla fine i primi riescano a tagliare il traguardo davanti agli altri». Va diritto al sodo — come chi ha consuetudine con la fatica del remare — il giornalista sportivo Fabio Donfrancesco nel libro “Controscie. Canoista una volta, canoista per sempre” (2025, edizioni Lab Dfg – pagine 250, euro 18,50). Raccontando — con la prefazione di Giuseppe De Rita — «storie, personaggi, aneddoti ed esperienze di vita degli amanti della pagaia in Italia». Ma anche in Vaticano!

E già, perché mentre Athletica Vaticana sta progettando di aprire allo sport del remo, Donfrancesco racconta la storia di Alvaro Calderini (detto Giugliano), dipendente delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo tra il 1973 e il 2001, con un medagliere di riguardo. Non prese parte alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964 perché proprio non poteva lasciare il lavoro di famiglia: una piccola latteria in paese dove i Calderini vendevano il latte fresco prodotto dalle loro mucche. E la storia di Alvaro dà il destro all’autore anche per far rivivere la passione di Karol Wojtyła per la canoa.

«La canoa ci porta all’aperto, a diretto contatto con la natura e soprattutto con l’acqua, elemento primordiale della vita» spiega Donfrancesco. E «ci proietta in una dimensione diversa, dove i rumori di sottofondo della città, i pensieri e lo stress scompaiono». Sì, «la canoa insegna a uscire in barca in qualsiasi condizione atmosferica, sotto la pioggia o con il vento contrario e quando ci si trova in gara si è davvero messi alla prova».

Avvalendosi della personale esperienza di canoista, oltre che di redattore del “Corriere dello sport”, l’autore racconta «dal di dentro» la «sorprendente storia» di questa disciplina olimpica: vicissitudini ed esperienze uniche.

«Sembrava davvero un peccato lasciarle andare via lungo la corrente ininterrotta del fiume della storia» confida. Ed ecco che «è venuto fuori uno spaccato di vita e di esperienze sportive» che non sono conosciute perché, nel migliore dei casi, vengono raccontate (per pochi giorni) se arrivano medaglie alle Olimpiadi. Ma vale la pena conoscerle perché non si tratta “solo” di canoa ma di vita. Con tanto di incalzanti metafore e di uno spaccato concretissimo di storia dell’Italia. (gpm)