· Città del Vaticano ·

Il pellegrinaggio del Policlinico “Gemelli”

Ravvivare la speranza
nelle prove della vita

 Ravvivare la speranza nelle prove della vita   QUO-050
01 marzo 2025

di Tiziana Campisi

Pioveva stamani su via della Conciliazione, ma sotto il cielo grigio, lungo il percorso che conduce alla Porta Santa della basilica di San Pietro, si sono aperte miriadi di ombrelli variopinti. Tra i tanti pellegrini in cammino per celebrare il Giubileo, oggi, 1° marzo, c’erano anche medici, infermieri, operatori sanitari, personale tecnico e amministrativo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs — l’ospedale in cui è ricoverato dal 14 febbraio Papa Francesco —, nonché il personale del “Gemelli Isola”. Avrebbero dovuto incontrare il Pontefice all’udienza giubilare odierna poi annullata — come altri eventi previsti nell’agenda papale di questi giorni —, per il perdurare della degenza ospedaliera del vescovo di Roma.

La giornata uggiosa non ha scoraggiato i dipendenti dei due nosocomi romani collegati all’Università Cattolica del Sacro Cuore: raccolti in preghiera e con il cuore colmo di speranza — insieme al presidente della Fondazione Gemelli Daniele Franco e al direttore generale del “Gemelli Isola” Daniele Piacentini, e guidati dall’assistente spirituale del Policlinico, don Nunzio Currao —, si sono avviati in pellegrinaggio da piazza Pia. «Questo Giubileo significa per me camminare verso il Signore e avere la possibilità di incontrarlo» ha affermato ai media vaticani Brigida Carducci, ginecologa. Inevitabile il pensiero al Papa che «sta attraversando un momento difficile», ma l’auspicio è che «il Signore ce lo conservi a lungo perché la sua figura ci rassicura molto». «Veniamo qui proprio per pregare per lui — ha aggiunto la dottoressa Carducci — perché averlo nel nostro ospedale ce lo fa sentire più vicino».

Dal canto suo Cesare Mancuso, farmacologo, ha ribadito che «il Giubileo è un evento spiritualmente forte che ci aiuta a vivere meglio la concezione cristiana dell’esistenza e che in questo momento diviene ancora più forte per la fede e per la speranza» che il Papa guarisca presto. Gli ha fatto eco Valeria Giosa, della sezione tecnico-amministrativa del “Gemelli”, cogliendo nel pellegrinaggio alla Porta Santa «un’occasione meravigliosa, per tutto il personale, per accompagnare» il Pontefice. La speranza, ha aggiunto, è un «guardare al nostro cuore, ma anche a tutto quello che succede intorno a noi», provando ad avere «uno sguardo positivo». Di preghiera ha parlato anche Gianni Vento, neonatologo: quella «per tutti i nostri pazienti è qualcosa che ci lega ogni giorno», ha detto, mentre il professor Antonio Lanzone, ordinario di Clinica ostetrica e Ginecologica, ha messo in luce come Papa Bergoglio in ospedale stia comunque trasmettendo speranza e fiducia.

Concluso il passaggio della Porta Santa, alle 12 all’altare della Cattedra della basilica Vaticana, monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha celebrato la messa per tutti i partecipanti al pellegrinaggio. Nella sua omelia, il presule ha rivolto un pensiero al Pontefice, perché possa «riprendersi pienamente e in tempi brevi» e ha chiesto di pregare anche per i medici che lo stanno curando. Riguardo al Giubileo, il presule ha auspicato che possa essere «per tutti occasione di rianimare la speranza», soprattutto «per condividerla con coloro che sono affaticati e provati dalla vita». Con l’Anno Santo, ha concluso, «ci è data l’occasione per ritrovare la freschezza del battesimo, del nostro essere intimamente e profondamente uniti a Cristo».