Nelle Grotte vaticane

di Fabrizio Peloni
«Per noi è un grande dono questa celebrazione accanto alla tomba dell’apostolo Pietro e dei suoi successori: in ogni momento il nostro pensiero e la nostra preghiera erano rivolti al Santo Padre». Sono le parole dell’arcivescovo di Foggia-Bovino, Giorgio Ferretti, a conclusione della celebrazione eucaristica presieduta nella mattina di mercoledì 26 febbraio dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei santi, nelle Grotte vaticane, cui hanno partecipato i sacerdoti e i diaconi di Foggia-Bovino, a Roma per il loro pellegrinaggio giubilare.
Il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, nell’omelia, ricordando il suo legame con la Puglia, ha invitato i sacerdoti a «pensarci Chiesa, a non confondere la Chiesa per un partito proprio», ricordando loro che «la Chiesa è una comunione di cose buone che si mescolano», e per questo «dobbiamo chiedere al Signore» che ci faccia «saper riconoscere il bene».
Dopo la celebrazione, il gruppo di circa cinquanta tra sacerdoti e diaconi, guidato dall’arcivescovo Ferretti e coordinato da don Giovanni Frisenna, responsabile diocesano per il Giubileo, ha visitato la necropoli vaticana prima di raggiungere la Porta Santa.
«In questi due giorni — il pellegrinaggio è iniziato martedì 25 febbraio — abbiamo voluto unire all’insistente intercessione per il Santo Padre che si eleva da tutto il mondo anche la nostra preghiera» ha ribadito l’arcivescovo Ferretti, poco dopo l’attraversamento della Porta Santa, sottolineando che «questo è solo l’anticipo di quello che sarà il pellegrinaggio dell’intera arcidiocesi, il 29 marzo», e annunciando per quell’occasione la partecipazione di circa duemila fedeli.
Proprio in riferimento alla realtà quotidiana della sua arcidiocesi, l’arcivescovo Ferretti, che nel settembre 2019 accolse Papa Francesco in visita nella cattedrale di Maputo, in Mozambico, di cui era parroco, ha affermato che «la speranza è quella di costruire una società più umana e più giusta» e, ha aggiunto, l’intenzione di fare «della speranza il sale della terra, per vivere in pace e al servizio della società».
«Nel varcare la Porta Santa, ricevere il dono dell’indulgenza giubilare e professare la nostra fede sulla tomba dell’apostolo Pietro, mai avremmo pensato di trovarci a pregare per la salute di Papa Francesco che sta vivendo questa esperienza di dolore e sofferenza» ha dichiarato don Frisenna, confidando di vivere queste giornate «come Chiesa che sa mettersi in cammino, che fa esperienza della misericordia del Signore, ponendo in Lui ogni nostra speranza».
Il sacerdote ha inoltre ricordato che il pellegrinaggio giubilare del clero dell’arcidiocesi di Foggia-Bovino «è incentrato sul tema del martirio e della testimonianza».
Per questo motivo esso ha avuto inizio nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, santuario dei nuovi martiri del xx e xxi secolo, dove martedì pomeriggio si è svolto l’incontro con don Angelo Romano, rettore della basilica e relatore generale presso il Dicastero delle Cause dei santi, e poi si è celebrata la santa messa. Successivamente il gruppo ha visitato la basilica di Santa Maria in Trastevere.
Infine, mercoledì mattina, dopo l’attraversamento della Porta Santa della basilica Vaticana, i sacerdoti e i diaconi insieme con il loro arcivescovo hanno visitato il centro di Roma, per poi fare rientro presso le proprie comunità e «raccontare l’esperienza vissuta in questi due giorni ai presbiteri che non hanno potuto partecipare e ai fedeli laici della nostra arcidiocesi, portando loro un segno forte di speranza» ha detto don Bruno Pascone, che ha curato l’organizzazione logistica del pellegrinaggio.