· Città del Vaticano ·

«Pietra miliare» e fonte sempre viva di dialogo

Un ponte che ancora
unisce i cristiani

 Un ponte  che ancora unisce i cristiani  QUO-049
28 febbraio 2025

di Amedeo Lomonaco

Può un evento di 1700 anni fa essere una fonte a cui attingere per promuovere il cammino verso l’unità dei cristiani? Se si volge lo sguardo a Nicea, si scorge “una pietra miliare nella storia della Chiesa”, come sottolinea Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo 2025. Il concilio, tenutosi nel 325, è un evento vivo con insegnamenti sempre attuali che ancora oggi interpellano il mondo cristiano, sia d’Oriente sia d’Occidente, sul valore dell’ecumenismo. È in questa prospettiva, ricca di spunti in armonia con l’Anno Santo, che si colloca il convegno intitolato The Confession of the Council of Nicaea: History and Theology e articolato in due tappe.

La prima, in programma fino al primo marzo, si è aperta il 27 febbraio a Roma, nella sede della Pontificia Università Gregoriana. Il secondo atto si terrà in Germania, all’università di Münster, dal 15 al 17 ottobre. A questi appuntamenti si aggiunge un altro evento: la mostra Of All Things Visible and Invisible, visitabile fino al 13 marzo. Questa esposizione, allestita nell’atrio dell’Università Gregoriana, mira a cogliere il significato teologico dell’arte in relazione al primo concilio ecumenico della Chiesa.

Aprendo i lavori del convegno a Roma, il rettore della Pontificia Università Gregoriana Mark Lewis ha sottolineato che il concilio di Nicea ha delle implicazioni per l’identità cristiana esattamente come 1700 anni fa, ci ricorda come la fede ci identifichi anche oggi come cristiani. Michael Seewald, dell’Università di Münster, ha rivelato che l’idea di organizzare un convegno congiunto tra l’Università Gregoriana e quella cattolica in Germania è nata durante una conferenza sulla sinodalità tenutasi due anni fa.

Il decano della Facoltà di Teologia, Philipp Renczes ha ricordato che il convegno sul concilio di Nicea si svolge poi in un tempo particolare: «ci stringiamo con la preghiera a Papa Francesco». La professoressa Emanuela Prinzivalli, dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha poi inquadrato il concilio da un punto di vista storico.

Tra i relatori del convegno Daniel Galadza, del Pontificio Istituto Orientale, ha quindi affrontato il tema della ricezione liturgica del concilio Nicea. Nell’intervista rilasciata a Radio Vaticana - Vatican News ha ricordato l’importanza di questo storico evento per le Chiese orientali. È innanzitutto il primo concilio ecumenico, un evento che «viene commemorato in quasi ogni tradizione delle varie Chiese orientali con una festa particolare nell’anno liturgico». Il concilio niceno è anche un capitolo del cristianesimo da cui emerge la base comune del Credo, fondamento della fede cristiana. Sono trascorsi 1700 anni dalla sua celebrazione. Questo evento resta una fonte che sgorga dalle sorgenti della storia. Una direttrice ancora ricca di senso per il cammino verso l’unità dei cristiani.