Rileggendo la profezia

28 febbraio 2025
di Marco Beck
«Exegi monumentum aere perennius / regalique situ pyramidum altius…». Così risuona ancora oggi, e per sempre risuonerà, l’auto-vaticinio formulato da Quinto Orazio Flacco (Venosa, 65 avanti Cristo - Roma, 8 avanti Cristo) in apertura della trentesima e ultima tra le Odi del terzo Libro: «Monumento più durevole del bronzo, più svettante / delle squallide piramidi regali, è quello che ho innalzato...».
Con perentoria, inaudita chiaroveggenza il poeta venosino presagì il destino di fama immortale che avrebbe premiato la sua opera lungo venti secoli di posterità. Scommessa vincente, come si desume anche dall’autorevole testimonianza di Dante, benché il sommo vate ignorasse o sottovalutasse proprio i Carmina, le Odi figlie dell’ispirazione lirica ...
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