Non togliere la supervisione umana sulle decisioni

Vienna, 27. Il rapido progresso tecnologico, incluso quello dell’Intelligenza artificiale (Ia), impone una riflessione sui principi etici nel settore degli armamenti. È quanto affermato da monsignor Richard Gyhra, rappresentante permanente della Santa Sede, al 1099° Forum per la sicurezza e la cooperazione dell’Osce.
«La Santa Sede — ha osservato Gyhra — ritiene di fondamentale importanza porre la dignità umana e i principi etici al centro». Quando parliamo di “uso militare responsabile” delle nuove tecnologie, secondo il rappresentante della Santa Sede, «è essenziale riconoscere che la responsabilità ultima si ritrova nell’umanità stessa, e scaturisce direttamente dalla responsabilità collettiva morale ed etica di agire per il bene comune».
Gyhra ha ammonito quindi che la militarizzazione dell’Ia «può essere altamente problematica e porre rischi esistenziali», mentre può comportare anche una «diminuita percezione della devastazione causata da operazioni militari condotte da remoto». Altro rischio dell’uso dell’Ia in campo bellico, secondo il diplomatico della Santa Sede, è legato al fatto di «togliere le decisioni militari critiche dalla responsabilità e dalla supervisione umana, creando opacità legale e sollevando preoccupazioni etiche». «Nessuna macchina dovrebbe mai decidere di togliere la vita a un essere umano», ha rimarcato Gyhra, invitando gli Stati al rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario e a orientare la ricerca nel settore «all’obiettivo di promuovere lo sviluppo umano integrale e il bene comune».