· Città del Vaticano ·

Celebrazioni del cardinale vicario nella chiesa nazionale argentina e nella cappella del Policlinico Gemelli

Una famiglia stretta
attorno al Pontefice

Cardinal Baldo Rein speaks during mass as Pope Francis continues his treatment at Gemelli Hospital, ...
26 febbraio 2025

di Isabella Piro

Una piccola statua di Nostra Signora di Luján, patrona dell’Argentina, posta accanto all’ambone: alla sua intercessione i fedeli delle comunità latinoamericane presenti a Roma hanno affidato simbolicamente Papa Francesco nella serata di ieri, martedì 25 febbraio. Nonostante la pioggia battente, in tanti si sono riuniti nella chiesa di Santa Maria Addolorata a piazza Buenos Aires, il tempio nazionale degli argentini nell’Urbe. Nei banchi, fianco a fianco, erano fedeli laici, religiosi e religiose, rappresentanti istituzionali come gli ambasciatori di Argentina ed Ecuador presso la Santa Sede, rispettivamente Luis Pablo María Beltramino e Jorge Edmundo Uribe Pérez. Numerose anche le persone rimaste in piedi, lungo le navate laterali dell’edificio di culto.

A presiedere il rito è stato il cardinale vicario Baldassare Reina: «Mi sembrava giusto esserci questa sera: quando c’è un familiare che sta male, la prima cosa che facciamo è pregare», ha esordito nell’omelia, invitando i presenti a una «preghiera corale affinché il Signore doni al nostro vescovo, Papa Francesco, la salute, la forza, la capacità di affrontare, come ha sempre fatto, anche in questo momento, con la serena fiducia di chi sa di essere tra le mani e le braccia di Dio».

«La nostra preghiera, questa sera, sia la preghiera di tutto il mondo, di tutta la Chiesa in Argentina e non solo», ha sottolineato il porporato, evidenziando che «in questi anni di magistero, Papa Francesco ci ha insegnato a fidarci di Dio: quanto è importante fidarsi di Dio? È un’esperienza liberante, la più bella che possiamo fare come cristiani. Il Signore, nel suo disegno provvidente, guida la storia universale, ma guida anche la storia e la vita di ognuno di noi». Da qui l’esortazione conclusiva a pregare insieme il Signore «per intercessione della Vergine Santissima affinché sia Lei a sostenere il Santo Padre e il cammino di tutti noi».

Accompagnata da canti in italiano e spagnolo, la messa è stata concelebrata da don Fernando Laguna, rettore della chiesa che, al termine della celebrazione, ha affermato: «Penso alla malattia del Papa, ma sono sereno, prego per lui e lo abbraccio». Il medesimo sentimento di raccoglimento, misto a fiducia e speranza, ha animato tutti i presenti che, durante la preghiera universale, hanno elevato un’intenzione speciale per il Santo Padre affinché «ristabilito in salute, continui la sua missione al servizio della Chiesa».

Al termine della celebrazione, in tanti si sono raccolti nell’antistante piazza Buenos Aires, per esprimere personalmente il loro affetto al Pontefice attraverso i microfoni dei diversi media presenti. Chi lo ha conosciuto come cardinale arcivescovo nella capitale argentina, ne ha raccontato lo stile di vita semplice, la vicinanza costante ai fedeli, le visite nelle periferie della città. «Papa Bergoglio è uno di noi — ha detto una religiosa —, è nostro padre, nostro fratello, nostro pastore. È bello, per noi argentini, sentire che uno di noi ci accompagna, ci sostiene. Questo è motivo di gioia, speranza e fiducia».

«Ci siamo raccolti in preghiera per il Pontefice con un sentimento di grande affetto, amore, devozione e di grande speranza — le ha fatto eco un sacerdote —, perché siamo con il Papa della speranza nel Giubileo della speranza». «Mi ha colpito il senso di Chiesa, di comunità che prega intorno al suo pastore — ha concluso un altro fedele —. Sentire che siamo tutti una Chiesa intorno a Francesco: questo è bellissimo».

La celebrazione al “Gemelli”


Nella tarda mattinata di oggi, 26 febbraio, inoltre, il cardinale Reina ha presieduto la messa nella cappella del Policlinico Gemelli, l’ospedale in cui è ricoverato il Papa. Commentando un passo del Vangelo odierno, «Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9, 38-40), il porporato ha sottolineato che «Gesù, più che stringere intorno a sé, allarga il suo messaggio a tutti». «Oggi facciamo esperienza di quanto sia importante sentirsi una grande famiglia — ha aggiunto —. È bello vivere questa forza della preghiera. Siamo qui tutti per lo stesso motivo, per celebrare l’Eucaristia e per pregare per il Santo Padre». Il cardinale vicario ha poi ricordato quanto il Papa abbia pregato, soprattutto negli ultimi mesi, insistentemente per la pace, nominando ogni conflitto, uno a uno. È importante, ha osservato ancora, pregare, dilatare il cuore a Dio: «Il desiderio di infinito è già riposto nel nostro cuore: essere un cuor solo e un’anima sola». «Attorno al nostro vescovo — ha concluso — chiediamo che il Signore lo guarisca e che possa riprendere presto il suo magistero».