
da Buenos Aires
Silvina Oranges
Una moltitudine di fedeli si è riunita ieri pomeriggio a Buenos Aires per pregare per la salute di Papa Francesco durante la Messa celebrata a Plaza Constitución, dove Jorge Mario Bergoglio ha presieduto tante volte i riti quando era cardinale arcivescovo della Chiesa porteña. «La nostra preghiera sia quella boccata d’aria di cui i polmoni di Papa Francesco hanno bisogno. Non rallenti. Abbiamo molto bisogno di lei», ha detto l’arcivescovo Jorge Ignacio García Cuerva, nell’omelia della celebrazione che si è svolta all’aperto in un momento in cui il cielo si è schiarito dopo una giornata di forti piogge.
Hanno concelebrato il cardinale arcivescovo Mario Aurelio Poli, l’arcivescovo di La Plata, monsignor Gustavo Oscar Carrara, l’ex capo della Conferenza episcopale dell’Argentina, arcivescovo Oscar Vicente Ojea Quintana, i vescovi ausiliari di Buenos Aires, e decine di sacerdoti, come Guillermo Marcó, l’ex portavoce di Bergoglio a Buenos Aires. Erano presenti anche esponenti della vita sociale e politica del Paese, tra cui rappresentanti del governo cittadino, come il ministro della Sicurezza Waldo Wolff.
Plaza Constitución è un punto emblematico della capitale argentina, dove ogni giorno si recano a lavorare centinaia di migliaia di persone della provincia bonaerense. È stato anche il luogo scelto da Jorge Mario Bergoglio — negli anni in cui è stato arcivescovo — per denunciare le situazioni di corruzione presenti in città, la tratta di esseri umani e il traffico di droga.
Con un’importante presenza di media nazionali e internazionali, sono intervenuti anche giovani appartenenti agli “Hogares di Cristo”, progetto che mira a recuperare ragazzi e ragazze dalle dipendenze. Con loro, operai e impiegati che stavano terminando la giornata lavorativa, famiglie, suore di varie congregazioni e una delegazione dell’Unione dei Lavoratori dell’Economia Popolare (Utep), che ha innalzato striscioni con la scritta “Tierra, Techo, Trabajo”, le note «3t» quello che Papa Francesco non ha mai smesso di invocare per i poveri del mondo.
Hanno partecipato anche i vigili del fuoco volontari dei quartieri di San Telmo e Flores. Arrivati con le loro autopompe, hanno suonato le sirene alla fine della messa, mentre i fedeli gridavano «Viva il Papa».
«Siamo in questa piazza, dove più di una volta Bergoglio ha affermato che molti si fanno sordi e non vogliono sentire il grido delle vittime dell’ingiustizia e dell’esclusione, una piazza dove molti sembrano muti e scelgono di non parlare di ciò che sta accadendo, di tanti volti che esprimono tanta emarginazione», ha detto l’arcivescovo García Cuerva nell’omelia, parafrasando quanto affermato da Bergoglio in passato: «Le organizzazioni legate alla tratta e al narcotraffico ne fanno una fabbrica di schiavi, un tritacarne».
In un altro passaggio il presule ha fatto riferimento alle «menzogne e calunnie di cui il Santo Padre è stato vittima» durante il pontificato e ha invitato a chiedere perdono a Dio per le volte in cui «abbiamo accusato e infangato il suo onore». Nel frattempo bandiere argentine, immagini e santini della Vergine di Luján, patrona del Paese sudamericano, e alcune candele accese si sono moltiplicate tra la folla, che ha continuato a intonare il coro «Viva il Papa», nella speranza che l’eco giunga fino a Roma al Pontefice argentino, ricoverato al Policlinico Gemelli.