· Città del Vaticano ·

Teatroterapia e recupero nell’iniziativa organizzata nel carcere di Rebibbia

Credere ancora nelle favole

 Credere ancora nelle favole  QUO-044
22 febbraio 2025
di Lorena Crisafulli Il teatro come forma di terapia è possibile anche in un luogo difficile come il carcere, in cui l’arte può aiutare ad attraversare ore interminabili, giorni faticosi, vite sospese. Succede a Rebibbia dove la cura si fa attraverso il laboratorio teatrale “Credo ancora nelle favole”, realizzato con alcune persone detenute all’interno della casa circondariale romana. A distanza di un anno dalla conclusione degli incontri, proprio in questi giorni il Municipio vi, tra i primi sostenitori del progetto, organizza una serie di proiezioni per mostrare alla cittadinanza il prezioso lavoro svolto in scena dalle persone detenute con i loro familiari. Il copione è il risultato del lavoro terapeutico condotto, con dieci persone della sezione media sicurezza di Rebibbia, dalle psicoterapeute ideatrici del ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati