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La buona Notizia Il Vangelo della vii domenica del tempo ordinario (Lc 6,27-38)

Tre volte amare

 Tre volte amare  QUO-040
18 febbraio 2025

di Mariapia Veladiano

Amare è un sentimento e i sentimenti li troviamo in noi, non decidiamo di odiare né possiamo amare per ordine ricevuto e la letteratura su questa umanissima verità ha costruito capolavori. E infatti Gesù scompone subito questo comandamento impossibile agli uomini in una serie di azioni semplici che ciascuno di noi è in grado di compiere: fare il bene, benedire, non rispondere alla violenza con la violenza, dare a chi ci ha preso.

È difficile farlo, ma non impossibile.

È l’esperienza di un modo tutto nuovo di porsi di fronte alle relazioni. È qualcosa che i discepoli stanno già vedendo e sperimentando nel rapporto con il Messia. La serrata sequenza di esempi pratici viene rivolta a «voi che ascoltate», cioè a chi sta già facendo l’esperienza di questo amore nuovo, senza calcolo e senza giudizio. Come noi, che abbiamo il Vangelo, e la resurrezione.

Tre volte viene ripetuto il verbo amare. All’inizio, come comandamento, cioè potremmo dire, come qualcosa che è possibile a Dio, dipanata in una serie di azioni. Poi lo troviamo nel mezzo del discorso: «Se amate quelli che vi amano, che merito avete»?, per dire che c’è un amore facile, che somiglia al dare e avere, ma non è quello sufficiente. E alla fine troviamo di nuovo l’amore per i nemici, come un compimento, ora possibile perché ci siamo riconosciuti figli dell’Altissimo.

È una catechesi vertiginosa, questa di Gesù.