
18 febbraio 2025
di Sergio Massironi
L
a bellezza non è mai confessionale e così l’arte contemporanea a ogni generazione cristiana. Se lo fosse, non sarebbe il terreno di incontro che invece è. Le pur diverse sensibilità e culture visive, infatti, abbattono le barriere linguistiche, politiche e persino religiose, per vie più universali di quelle della parola. Lo esprime perfettamente il titolo dell’importante raccolta di Francesco Tedeschi sul sacro e lo spirituale nella contemporaneità artistica: Qui è altrove (Milano, Vita e Pensiero, 2024, pagine 240, euro 22). Una dislocazione il cui accento è sul luogo in cui si è — qui — e che lo sguardo incontra. Bello è il non “tutto qui” di ciò che è qui. Un altrove è presente: ecco il respiro umano, lo spirito come ...
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