
di Riccardo Burigana
«Sono state buone proposte per proseguire la riflessione ecumenica su come celebrare la Pasqua, insieme, lo stesso giorno»: con queste parole la teologa canadese Sandra Beardsall ha concluso il webinar Easter 2025: celebrating together to strengthen unity, organizzato ieri, 13 febbraio, dal Consiglio ecumenico delle Chiese, per riaffermare l’importanza di trovare la strada e definire dei criteri con i quali fissare la data della Pasqua in modo univoco. Il dibattito ecumenico su questo tema ha una lunga tradizione che si è venuta approfondendo nell’avvicinarsi al 2025, quando, domenica 20 aprile, i cristiani celebreranno la Pasqua «provvidenzialmente» nello stesso giorno, come capita di tanto in tanto; questo dibattito si è arricchito anche per il fatto che nel 2025 i cristiani fanno memoria del 1700° anniversario del i Concilio di Nicea, dove vennero tra l’altro formulati i criteri per definire la data della Pasqua.
Negli ultimi tempi, soprattutto grazie agli interventi di Papa Francesco, del patriarca ecumenico Bartolomeo e di Tawadros ii, papa della Chiesa ortodossa copta, è sembrato possibile giungere a un accordo, superando le divisioni che da secoli impediscono di celebrare la Pasqua nello stesso giorno. Con l’incontro di ieri, moderato da Sandra Beardsall, il World Council of Churches ha voluto offrire un contributo al dibattito in corso, partendo dall’ascolto delle posizioni delle diverse tradizioni cristiane (ortodossa, copta, cattolica, luterana) per individuare un percorso condiviso in modo che proprio la celebrazione della Pasqua nella medesima data possa rafforzare il cammino ecumenico.
Al webinar il primo a prendere la parola è stato il metropolita Job di Pisidia che ha ricordato quali sono i criteri seguiti dal mondo ortodosso che si è sempre rifatto ai canoni del Concilio di Nicea; al tempo stesso ha ripercorso le tappe che hanno scandito l’impegno del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli durante il xx secolo, fin dalla pubblicazione dell’enciclica di Joachim iii nel 1902, per trovare una soluzione nella costruzione della comunione che ha caratterizzato l’opera del patriarcato, evocando i gesti compiuti in tale direzione soprattutto in occasione della lunga preparazione del Sinodo panortodosso.
È intervenuto quindi Arsenius Mikhail, docente alla St. Athanasius and St. Cyril Coptic Orthodox School di Newport Beach (California), il quale, nel presentare i criteri seguiti dalla Chiesa ortodossa copta, che segue il calendario alessandrino, ha mostrato come questi criteri siano stati oggetto di una riflessione a partire dall’esperienza pastorale dei fedeli in diaspora che trovano sempre più difficoltà a vivere la Pasqua in un tempo diverso da quello del calendario adottato in tanti paesi; per questo Mikhail ha citato il caso delle comunità copte della California alle quali è stato concesso di celebrare la Pasqua nella stessa data delle altre Chiese in modo da favorire la partecipazione dei fedeli e testimoniare il sincero desiderio della Chiesa ortodossa copta di sostenere il cammino ecumenico a partire da gesti concreti.
Per il cattolico Johannes Oeldemann, direttore dello Johann-Adam-Möhler-Institut für Ökumenik di Paderborn (Germania), nonché membro della Commissione Fede e Costituzione, la Chiesa cattolica è impegnata, da anni, nel trovare una soluzione: ci sono tante coppie interconfessionali che vivono la Pasqua e la sua preparazione in tempi diversi e questo non li aiuta a vivere la propria fede; per Oeldemann si deve aver bene presente che non si tratta di una questione di calendario, come ricorda spesso Papa Francesco che in occasione della conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è tornato a dare la disponibilità della Chiesa di Roma ad accettare qualunque soluzione che possa condurre a celebrare la Pasqua nella medesima data.
Dal canto suo il reverendo Tomi Karttunen, segretario esecutivo per le relazioni ecumeniche e la teologia della Chiesa luterana di Finlandia, ha ricordato il percorso compiuto dai luterani, in particolare in Scandinavia, a partire dalle modalità con le quali è stato adottato il calendario gregoriano e come queste abbiano pesato nello stabilire la data della Pasqua, che è diventato un tema di confronto ecumenico negli ultimi decenni. Al termine dell’incontro, stato scandito da una serie di proposte concrete da discutere e da valutare affinché il 2025 rappresenti l’inizio di una nuova tradizione, è apparso evidente quanto significativo sarebbe giungere a una data condivisa per il superamento di un elemento di divisione che ha indebolito la missione della Chiesa, così da mostrare una concreta testimonianza ecumenica per i cristiani del xxi secolo.