I saluti
«Non siamo nati

Al termine della catechesi, padre Giroli ha letto i saluti del Papa ai vari gruppi di pellegrini presenti e a quanti erano collegati attraverso i media.
Saluto cordialmente i gruppi di pellegrini di lingua francese, in particolare le diocesi di Abidjan, Saint-Etienne, Bourges, Amiens, Laval, l’Ordinariato delle Forze Armate, nonché i diversi istituti scolastici. Chiediamo al Signore di mantenere il nostro cuore umile e aperto ad ascoltare la sua parola e il grido dei nostri fratelli, e di saper riconoscere la sua presenza nelle debolezze e nelle ferite del mondo. Dio vi benedica.
Do il benvenuto ai pellegrini di lingua inglese, specialmente a quelli provenienti da Inghilterra, Irlanda del Nord, Malta, Svezia, Australia, Indonesia, Filippine e Stati Uniti. Rivolgo un saluto particolare ai seminaristi del Pontificio Collegio Irlandese, assicurando la mia preghiera per la loro preparazione al sacerdozio. Auspico che il Giubileo della Speranza sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale. Invoco su tutti la gioia e la pace del Signore Gesù.
Cari pellegrini di lingua tedesca, i pastori si recarono a Betlemme per vedere e adorare il Salvatore del mondo. Cogliamo l’occasione del pellegrinaggio giubilare per convertirci ed incontrare Cristo, che riempie i nostri cuori di speranza.
Quindi lo stesso Francesco ha letto la sintesi della catechesi e il saluto in spagnolo. Di quest’ultimo pubblichiamo il testo.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor la gracia de ir a su encuentro con prontitud y sencillez, como los pastores, anunciando a todos la esperanza y la alegría del Evangelio. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Gracias.
Il lettore ha poi ripreso i saluti nelle diverse espressioni linguistiche. Ai polacchi, in particolare, è stato rivolto l’invito a pregare per i malati, le persone sole e le vittime delle alluvioni che, negli ultimi mesi, hanno colpito soprattutto la zona sud-occidentale del Paese.
Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, vi esorto ad operare per una società giusta e solidale. A tutti la mia benedizione!
Cari fedeli di lingua portoghese, benvenuti. Come i pastori a Betlemme, noi ci avviciniamo a Gesù, il Salvatore del mondo, che si fa nostro compagno di viaggio. Lasciamoci guidare da Lui, percorrendo sempre vie di speranza e, ovunque ci troveremo, rinnoviamo tutto con la luce del Vangelo. Il Signore vi benedica!
Saluto i fedeli di lingua araba. Il cristiano è chiamato a portare la buona notizia a tutti, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù con concrete azioni di misericordia. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!
Saluto tutti i polacchi. La fede dei pastori di Betlemme vi ispiri a vedere Gesù in chi vive nell’abbandono e nelle circostanze difficili. Ricordatevi soprattutto dei malati, delle persone sole e delle vittime delle alluvioni. Aiutateli e portate loro la speranza che viene dal Signore. Vi benedico di cuore.
Infine, rivolgendo personalmente il saluto ai pellegrini di lingua italiana, il Pontefice ha rinnovato l’appello per la pace, chiedendo penitenza e preghiera e ribadendo che «non siamo nati per uccidere, ma per far crescere i popoli». Il suo pensiero è andato quindi ai tanti Paesi in guerra, come la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Nord Kivu e il Sud Sudan. L’udienza si è poi conclusa con il canto del Padre nostro in latino e la benedizione apostolica.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le parrocchie di Rapallo e di Ponza, la scuola militare Tulié di Milano e gli alunni della scuola Marcello Candia di Seregno.
Accolgo con affetto i pellegrini di Alba Iulia in Romania, accompagnati dal loro Arcivescovo.
E penso a tanti Paesi che sono in guerra. Sorelle, fratelli, preghiamo per la pace. Facciamo di tutto per la pace. Non dimenticatevi che la guerra è una sconfitta. Sempre. Noi non siamo nati per uccidere, ma per far crescere i popoli. Che si trovino cammini di pace. Per favore, nella vostra preghiera quotidiana, chiedete la pace. La martoriata Ucraina … quanto soffre. Poi, pensate alla Palestina, a Israele, al Myanmar, al Nord Kivu, Sud Sudan. Tanti Paesi in guerra. Per favore, preghiamo per la pace. Facciamo penitenza per la pace.
Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. Dopo domani celebreremo la festa dei Santi Cirillo e Metodio primi diffusori della fede tra i popoli Slavi. La loro testimonianza vi aiuti ad essere anche voi apostoli del Vangelo, fermento di rinnovamento nella vita, personale, familiare e sociale.
A tutti la mia benedizione!