· Città del Vaticano ·

Il carteggio fra Leopardi e l’abate Cancellieri

«È un fiume di ciarle
noioso e disperante»

 «È un fiume di ciarle noioso e disperante»  QUO-032
08 febbraio 2025
di Gabriele Nicolò Del corrosivo linguaggio di Giacomo Leopardi nel demolire un obiettivo polemico, il giudizio che il poeta espresse sull’abate Francesco Cancellieri (storico, bibliotecario e bibliografo) è esemplare testimonianza. In una lettera che il poeta scrisse da Roma al fratello Carlo, il 25 novembre 1822, si legge: «Ieri fui da Cancellieri. È un fiume di ciarle, il più noioso e disperante uomo della terra. Parla di cose assurdamente frivole col massimo interesse, di cose somme colla maggior freddezza possibile, ti affoga di complimenti e di lodi altissime, e ti fa gli uni e le altre in modo così gelato e con tale indifferenza, che a sentirlo, pare che l’essere uomo straordinario sia la cosa più ordinaria del mondo». Questa puntuta missiva è contenuta nel volume ...

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