· Città del Vaticano ·

Francesco ha incontrato un gruppo di orfane ucraine

Quella bambola
con la scheggia
di una bomba russa

 Quella bambola con la scheggia  di una bomba russa  QUO-029
05 febbraio 2025

di Salvatore Cernuzio

La scheggia di una bomba russa che le ha quasi perforato le arterie mentre passeggiava per strada col suo cane, Veronika, diciottenne di Kharkiv, ora l’ha cucita dentro una bambolina, Vilna (alla lettera «libera»), simbolo di resistenza e rinascita.

La bambola, Veronika — sopravvissuta grazie alle cure ricevute in Italia tramite un canale aperto dal cardinale Matteo Zuppi — l’ha consegnata oggi a Papa Francesco, durante un’udienza nell’Auletta dell’Aula Paolo vi con un gruppo di orfane ucraine, adolescenti e bambine dai 6 ai 19 anni. «Tutte hanno perso i genitori ma anche la libertà, hanno perso i colori della vita e sono costrette a vivere in bunker e orfanotrofi», racconta ai media vaticani Claudia Conte, scrittrice e attivista presente all’udienza come referente dell’Associazione Memoria Viva. Si tratta del progetto di comunicazione nato per rendere viva la memoria — appunto — di un passato dal quale nasce la storia recente, che chiama i giovani a raccogliere le testimonianze di chi ha vissuto l’orrore (dalla Shoah ai recenti conflitti) e tramandarle in futuro.

Dall’inizio dell’invasione in Ucraina, l’associazione ha portato aiuti nei confini polacco e romeno, ma anche in zone devastate come Bucha, Odessa, Zaporizhzhia, Dnipro. «Abbiamo organizzato 54 camion per trasportare medicinali, coperte, cibo», racconta Conte, sottolineando come dagli aiuti umanitari siano sbocciate «relazioni umane» con le ragazze e le bambine. «Sono come delle sorelline. Da Roma andremo al Carnevale di Viareggio; ieri abbiamo visto Andriy Shevchenko, presidente della Federazione Calcio ucraina».

Le bambine poi torneranno in Ucraina, dove saranno assistite dai volontari di Memoria Viva. Ragazzi e ragazze che mettono in pratica il bene: «Quello che va fatto in silenzio, ma che dobbiamo comunicare perché in questo mondo si rischia che faccia rumore solo il male», sottolinea Conte. Lei stessa per tre volte è stata in Ucraina, a Kharkiv, una delle città maggiormente distrutte: «I bambini sono le vere vittime delle guerre». E anche i giovani, come Veronika che non ha fatto nulla di male se non portare in giro il cane quando un’esplosione le ha quasi trafitto il cuore. È viva grazie all’intervento tempestivo dei medici della Fondazione Don Gnocchi di Milano, dove è stata trasferita nell’agosto 2024.

Di questa esperienza rimane ora la bambola realizzata in uno dei laboratori di ricamo e cucito avviati all’interno dei bunker. «È un progetto di solidarietà che andrà a sostenere l’orfanotrofio». Il Papa ha accolto il regalo stamane con un sorriso, lo stesso che ha riservato a ognuna delle ospiti, tutte vestite con abiti tradizionali, che hanno esibito anche una bandiera giallo-blu dell’Ucraina. «Era contento», osserva Conte: «La sua volontà di esserci spinge a impegnarsi di più verso chi soffre. Noi — aggiunge — vogliamo aiutare questi bambini a superare i traumi, perché non diventino adulti pieni d’odio e violenza, pronti a innescare nuove guerre».