· Città del Vaticano ·

Il saluto del decano Arellano Cedillo

Giustizia è speranza

 Giustizia è speranza  QUO-025
31 gennaio 2025

Un «lembo del mantello» della Chiesa, dal cui tocco, mediante l’amministrazione della giustizia, le persone ferite possano trovare pace. Così l’arcivescovo decano del Tribunale della Rota Romana, Alejandro Arellano Cedillo, ha definito il ruolo del tribunale apostolico nel saluto rivolto a Papa Francesco durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

«Ci sentiamo direttamente interpellati dalle sfide del presente e del futuro», ha detto il giurista spagnolo, e «la nostra preoccupazione e cura non si esauriscono nell’ambito specifico del munus iudicandi affidatoci, ma partecipano in sintonia con gli stessi battiti, che palpitano nel cuore della Chiesa». Le attività giudiziarie che si svolgono a Palazzo della Cancelleria assumono «nuova luce» per l’Anno Santo, ha riferito, in linea con il «desiderio» da parte di chi vi opera di essere «seminatori di speranza per tutte le famiglie ferite, lontane dalla Chiesa o in difficoltà, che hanno perso la speranza nella giustizia, nella misericordia, nell’amore di Dio che fa risorgere l’uomo restituendogli la sua dignità». Come il buon samaritano, la Rota rinnova il proprio impegno a «farsi carico della vita dell’uomo» — ha sottolineato monsignor Arellano Cedillo — «divenendo albergo per chi ha perso la speranza, riparo alla stanchezza di chi vaga cercando una risposta al desiderio di giustizia, ospedale per chi vuole sanare le ferite della vita, dimora, infine, per chi ha bisogno di essere accolto ed ascoltato, nella continua ricerca di orientare tutti alla visione dei beni futuri».

Infine, l’arcivescovo ha fatto cenno alla ricorrenza del decennale della apprezzata riforma del processo matrimoniale canonico voluto dal Pontefice nel 2015.