· Città del Vaticano ·

La “voce” della Speranza Le parole di Papa Francesco all’apertura della Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia

Cuori aperti Questo fa la fratellanza

 Cuori aperti Questo fa la fratellanza  ODS-028
01 febbraio 2025

Care sorelle e cari fratelli, buongiorno e buon Natale!

Ho voluto spalancare la Porta, oggi, qui. La prima l’ho aperta a San Pietro, la seconda è vostra. È un bel gesto quello di spalancare, aprire: aprire le porte. Ma più importante è quello che significa: è aprire il cuore. Cuori aperti. E questo fa la fratellanza. I cuori chiusi, quelli duri, non aiutano a vivere. Per questo, la grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude (cfr. Rm 5, 5), mai! Pensate bene a questo. Anche io lo penso, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai.

A me piace pensare alla speranza come all’àncora che è sulla riva e noi con la corda stiamo lì, sicuri, perché la nostra speranza è come l’àncora sulla terraferma (cfr. Eb 6, 17-20). Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo. Tutti. Non perdere la speranza. La speranza mai delude. Mai. Delle volte la corda è dura e ci fa male alle mani … ma con la corda, sempre con la corda in mano, guardando la riva, l’àncora ci porta avanti. Sempre c’è qualcosa di buono, sempre c’è qualcosa che ci fa andare avanti.

La corda in mano e, secondo, le finestre spalancate, le porte spalancate. Soprattutto la porta del cuore. Quando il cuore è chiuso diventa duro come una pietra; si dimentica della tenerezza. Anche nelle situazioni più difficili — ognuno di noi ha la propria, più facile, più difficile, penso a voi — sempre il cuore aperto; il cuore, che è proprio quello che ci fa fratelli. Spalancate le porte del cuore. Ognuno sa come farlo. Ognuno sa dove la porta è chiusa o semichiusa. Ognuno sa.

Due cose vi dico. Primo: la corda in mano, con l’àncora della speranza. Secondo: spalancate le porte del cuore. Abbiamo spalancato questa, ma questo è un simbolo della porta del nostro cuore.

Vi auguro un grande Giubileo. Vi auguro molta pace, molta pace. E tutti i giorni prego per voi. Davvero. Non è un modo di dire. Penso a voi e prego per voi. E voi pregate per me. Grazie.

Dopo aver impartito la benedizione finale, sempre a braccio il Papa ha voluto aggiungere:

Adesso non dimentichiamo due cose che dobbiamo fare con le mani. Primo: aggrapparsi alla corda della speranza, aggrapparsi all’àncora, alla corda. Mai lasciarla. Secondo: spalancare i cuori. Cuori aperti. Che il Signore ci aiuti in tutto questo. Grazie.

Infine, al termine della santa messa, Francesco si è rivolto di nuovo ai presenti.

Prima di finire, faccio gli auguri di un buon anno a tutti. Che il prossimo anno sia migliore di questo. Ogni anno deve essere migliore. Poi, da qui, voglio salutare i detenuti che sono rimasti in cella, che non sono potuti venire. Un saluto a tutti e a ognuno di voi.

E non dimenticate: aggrapparsi all’àncora. Le mani aggrappate. Non dimenticatevene. Buon anno a tutti. Grazie.

(Papa Francesco, Apertura della Porta
Santa e Santa Messa nella Casa circondariale di Rebibbia - Roma, 26 dicembre 2024)