
di Andrea Bonadio *
Il mattino del 1 gennaio, sono arrivato a teatro alle 9, per seguire l’allestimento e la preparazione di quanto programmato per Capodarte 2025, la manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale. Va considerato che il 31 dicembre, ovvero solo poche ore prima, al Teatro Costanzi aveva debuttato una scintillante prima della produzione di «Pipistrello» per la coreografia di Roland Petit su musiche di Strauss, con la nostra orchestra e il nostro corpo di ballo. Un serata elegante e festosa.
Quello che ho trovato davanti alle porte del teatro la mattina lo vedete nella foto qui accanto. Lui è Valentin, possiamo definirlo un “coinquilino” del Teatro Costanzi. Valentin aveva passato la notte davanti all’ingresso della biglietteria, in compagnia di una bottiglia di gin. Una notte come tante, per lui. Dopo aver scattato questa foto, l’ho subito condivisa con il Sovrintendente e con gli artisti di “Fabbrica” che hanno collaborato alla messa in scena della drammaturgia di Attilio, performance che sarebbe andata in scena a teatro quello stesso pomeriggio. E sotto la foto ho scritto: «Buon anno. E che sia un inizio consapevole, che stiamo facendo la cosa giusta».
Valentin è stato lì tutta la mattina fino a quando, durante le prove degli ensemble musicali sul piazzale Beniamino Gigli, il presidio medico del teatro, con il dottor Andrea Russo del Policlinico Gemelli, è intervenuto per aiutare Valentin che era in evidente stato di alterazione per l’abuso di alcolici. Constatate le sue condizioni, è intervenuta un’ambulanza che ha portato Valentin all’ospedale Cristo Re.
Il pomeriggio del primo gennaio è stato un momento molto emozionante per il pubblico e per lo staff del teatro. All’esterno la musica. Nice Jazz Quintett, Stefano Saletti, Barbara Eramo & Baobab Ensemble, Nubras Ensemble e Roxana Ene e il concerto itinerante della street band Fanfaroma hanno riscosso un grande successo e gradimento di pubblico. All’interno, la mostra fotografica “Dresscode”, con le ospiti di Casa Sabotino soggetti delle foto di Fabrizio Sansoni, è stata una vera rivelazione, un progetto originale e coinvolgente, non solo da un punto di vista estetico ma anche sociale, frutto di una collaborazione del nostro reparto di sartoria, curato dalla direttrice Anna Biagiotti e in collaborazione con Mario Celentano, giovane costumista di “Fabbrica” young artist program del Teatro dell’Opera di Roma.
Nella sala del Teatro Costanzi dalle 17 alle 19 si sono svolti gli incontri curati da Binario 95, «L’Osservatore di Strada» e Caritas Art, presentati con spontaneità e grande padronanza espressiva da Alessandro Radicchi. Protagoniste: le storie, le riflessioni e le memorie personali di Flaminia, Fabrizio e Ciro per «L’Osservatore di Strada», di Paolo Galdiero per Caritas Art e dell’artista originaria della ex Jugoslavia e romana di adozione Alexandra Ostojich.
Al termine della giornata, il momento più impegnativo per il nostro teatro è stata la performance “Tratti volatili di chiaro scuri. Viaggio dinamico delle fragilità umane” di Attilio Saletta, con Anna Terio, adattamento e regia di Antonella Lo Bianco, video e immagini di Agnese Falcarin e luci di Giulia Bandera. Un gruppo di giovani e promettenti artiste che hanno chiuso il loro percorso formativo di quasi due anni proprio con questa produzione interamente affidata a loro. Troverete le loro testimonianze qui in questa pagina.
In serata, una volta conclusa la manifestazione, mi sono ritrovato davanti alla foto di quel mattino. E ho pensato che mi è mancato Valentin quel pomeriggio. Lo abbiamo nominato in molti e in fondo speravamo di averlo con noi quel giorno, per poterlo accogliere, ascoltare, per non lasciarlo fuori da un luogo che appartiene tanto a lui quanto a tutti noi. Di più. Per sentire che qui dentro forse può trovare un modo e un motivo di riscatto, la forza di reagire, la speranza per rimettersi in gioco. E amici pronti a dirgli che si può fare.
La consapevolezza della mattina del primo gennaio 2025 è diventata un obiettivo. Per noi si chiama Valentin. E noi sappiamo già dove speriamo che sia il primo gennaio 2026. (andrea bonadio)