· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

Placet

«Voi ci credete cieche, sorde e mute» Isabella Rossellini, suora che vede-sente-parla

 «Voi ci credete cieche, sorde e mute» Isabella Rossellini, suora che vede-sente-parla  DCM-002
01 febbraio 2025

Quei rossi, quei neri, quei bianchi, mozzette e pellegrine. E poi la Cappella Sistina, «extra omnes», riti e miti: quanto può essere scenografico un Conclave. E il film omonimo di Edward Berger, dal romanzo di Robert Harris, lo è altrettanto. Metafora del potere temporale, caccia ai segreti, compravendita di voti, baratti politici. Magari a Los Angeles vincerà tanti Oscar, magari no, ma c’è un ruolo e una interpretazione femminili che resteranno. E per questo piace.

Il Papa è appena morto, il decano del collegio cardinalizio interpretato da Ralph Fiennes deve organizzare la elezione del nuovo Pontefice, e sorvegliare. Tutto e tutti. I colleghi cardinali, intanto, il liberale americano di Stanley Tucci, il tradizionalista canadese di John Lithgow, il possibile primo papa nero di Lucian Msamati, e quello impetuoso, macchiettistico, grande conservatore di Sergio Castellitto: «Qui una volta avremmo parlato latino, e ci saremmo capiti. La Chiesa non regge, dobbiamo tornare indietro». Però c’è un outsider, un cardinale in pectore la cui nomina era nota soltanto al Santo Padre, che vuole andare avanti, e a cui è assegnato il colpo di scena finale.

Ovviamente, tutti uomini. E invece no. Arriva un piccolo esercito di suore che devono preparare i pasti e tenere puliti gli ambienti durante la «segregazione». Solito ruolo ancillare della donna. E invece no, di nuovo. La generalessa del piccolo esercito, sorella Agnes, che è Isabella Rossellini, sarà la chiave di volta del racconto.

È bello che lei resista con caparbia dignità al cardinale Fiennes indagante. Che difenda strenuamente una sorella catapultata suo malgrado al centro di un intrigo. Che pronunci la memorabile frase: «Voi ci credete cieche, sorde e mute. Ma invece sentiamo, vediamo e parliamo», e dica, semplicemente, la verità. Insomma, alla donna, alla sorella, al suo coraggio, alla intensa interpretazione di Rossellini è assegnato il senso della vicenda. È lei che permetterà a quei cardinali di andare avanti.

Come sempre l’attrice era preparata, ma si è ispirata anche al suo vissuto avendo frequentato le scuole in un istituto cattolico a Roma: «Sono andata dalle suore fino a 16 anni - ha detto - Erano buone e gentili ma con un’enorme autorità. Ho cercato di ricordarmi di loro nell’interpretare il mio personaggio. Suor Agnes è silenziosa e allo stesso tempo stoica e autoritaria».

Una parte di sette minuti e 51 secondi: piccolissima e grandissima.

di Alessandra Comazzi
Giornalista, critica televisiva