
di Leonardo Sapienza
«Sulla tua parola getterò le reti» (Vangelo). Pietro deve aver capito che quella di Cristo era una parola efficace. Potenza della parola! Per una parola può morire un amore. Può chiudersi un’esistenza. Può scatenarsi una tragedia. La dignità di una persona traspare dalle sue parole.
Quella parola di Gesù trasforma per sempre la vita di quei pescatori: non più pescatori di pesci, ma pescatori di uomini. Si fidano di una parola che non è come le altre.
«Il nostro tempo, inondato da fiumi di parole, ha perduto l’attenzione alla Parola» (Vannucci). Per questo usiamo parole vuote, insignificanti, volgari. Abbiamo svuotato le parole della loro verità più essenziale, della loro realtà più intima, della loro forza più sconvolgente. Abbiamo sconsacrato le parole. Le abbiamo profanate troppo alla leggera.
Abbiamo imparato, purtroppo, a prostituire le parole! Ecco perché gli uomini del nostro tempo sono diventati stanchi di parole. E chiedono — come recitava uno slogan pubblicitario — «fatti, non parole».
Ha colpito molto l’accenno che il presidente della Repubblica italiana aveva fatto alla lettera ai suoi studenti scritta dal professore deceduto nell’esplosione causata da una fuga di gas in Sicilia. Scriveva, tra l’altro, quel professore: «Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori, ma protagonisti della storia che vivete oggi; infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi. Vi prego, non siate mai indifferenti».
Sembra di riascoltare la prima lettura: «Chi manderò? Chi andrà per noi? E il profeta risponde: “Eccomi, manda me!”».
Lasciamoci coinvolgere dalla Parola di Dio e da questa testimonianza. Allora anche le nostre parole torneranno a dire qualcosa.
E torneranno, soprattutto, ad essere fatti e non chiacchiere. Il mondo ha bisogno di parole. Perché ha bisogno di fatti!
Il Vangelo in tasca
Domenica 9 febbraio, v del Tempo ordinario
Prima lettura: Is 6, 1-2. 3-8;
Salmo: 137;
Seconda lettura: 1 Cor 15, 1-11;
Vangelo: Lc 5, 1-11.