· Città del Vaticano ·

L’itinerario “L’Europa a Roma” presentato da monsignor Rino Fisichella

Un cammino giubilare
per ritrovare le proprie
radici comuni

 Un cammino giubilare per ritrovare le proprie radici comuni  QUO-023
29 gennaio 2025

di Giordano Contu

Un cammino giubilare per ritrovare le proprie radici comuni. Il percorso è denominato “L’Europa a Roma”. È costituito da 28 fra chiese e basiliche che, per ragioni storiche e culturali, sono associate ognuna a uno Stato membro dell’Unione europea. La sua promozione è il proposito del Dicastero per l’Evangelizzazione, che ha inserito l’Iter Europaeum, con alcune modifiche, tra gli itinerari dell’Anno Santo 2025 nella città di Roma. Un viaggio non solo verso, ma anche dentro la Patria communis, come ha ricordato monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione e organizzatore del Giubileo. La presentazione del cammino è avvenuta martedì sera presso l’Ambasciata italiana presso la Santa Sede.

«Il pellegrinaggio attraverso le chiese europee presenti a Roma vuole far ricordare che nella storia questa città ha accolto tutti» e così «tanti Paesi hanno sentito l’esigenza di avere qui un punto religioso di riferimento», ha dichiarato ai media vaticani l’arcivescovo Fisichella. Un punto di riferimento che, ancora di più in un cointesto di crisi causato oggi anche da vari conflitti che lambiscono i confini del vecchio Continente, «è abilitato a provocare e a ricordare ai pellegrini quelle che sono le origini dei nostri Paesi: l’Europa è nata cristiana e non possiamo dimenticarlo».

Il cammino giubilare “L’Europa a Roma” prevede tappe fra chiese e basiliche tutte legate storicamente a specifici Paesi per motivi di carattere artistico o per una tradizione di accoglienza dei pellegrini provenienti da un particolare Stato dell’Ue. L’itinerario è composta da 27 luoghi sacri connessi a una particolare comunità e da un 28° che invece esprime un rapporto con l’intera Unione europea, ovvero la basilica di Santa Maria in Aracoeli sul colle del Campidoglio, a Roma. A pochi passi da qui, infatti, il 25 marzo 1957, nella Sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio, furono firmati i Trattati di Roma, considerati come l’atto di nascita dell’Europa unita.

Per l’Italia troviamo Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a piazza della Repubblica, luogo dedicato alle celebrazioni ufficiali della Repubblica Italiana. Tante altre chiese, come San Luigi dei Francesi, testimoniano l’impegno delle confraternite costituite nel Medioevo per accogliere a Roma i pellegrini in base ai loro Paesi d’origine, cui talvolta più tardi è subentrata la supervisione diretta delle ambasciate.

Davanti a ogni chiesa e basilica i pellegrini troveranno dei totem che spiegano la storia della chiesa e le relazioni tra il singolo Stato membro e la Santa Sede. Le colonnine rimarranno esposte per tutto l’anno giubilare e consentiranno anche la fruizione alle persone con disabilità, grazie a un QR code che permetterà di accedere ad una audioguida. «Il totem è stato pensato per essere come la curva del bastone del pellegrino ed è una guida per comprendere il valore ecclesiale e teologico che ogni chiesa ha per quello Stato», ha spiegato il pro-prefetto. Oggi, nonostante il forte secolarismo, mi sembra che chi viene a Roma ha sempre il piacere di ritrovare un luogo sacro che appartiene alla propria identità. Credo che questo — ha aggiunto il presule — sia un momento che consente ai pellegrini di riscoprire la propria storia, dando loro la capacità di raccontarne una quando tornano a casa. Perché ogni pellegrinaggio non termina a Roma, che è la meta, ma finisce davvero quando si ritorna a casa, momento in cui si raccontano le esperienze vissute nella Patria communis».

Il convegno “L’Iter Europaeum: il cammino delle Chiese europee” è stato aperto dai saluti dell’ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto. A seguire l’intervento del pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione. Poi hanno preso parola il professor Roberto Regoli del Dipartimento dei Beni culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana e il giornalista Rai Piero Damosso. A moderare l’evento la conduttrice televisiva Grazia Serra dell’emittente Tv 2000. A chiusura l’intervento di Martin Selmayr, ambasciatore dell’Ue presso la Santa Sede, che ha elogiato il progetto “L’Europa a Roma” usando tre parole: il teamwork, la cooperazione, e il racconto (di una storia plurale) sono le basi sia del cammino giubilare che di un’Unione europea che ambisce a vivere con giustizia e in pace.