
28 gennaio 2025
Tel Aviv , 28. È una marea umana quella che ha invaso nelle ultime ore il corridoio Netzarim e Gaza per fare ritorno nel nord della Striscia. Una marcia resa possibile grazie all’ultimo faticoso accordo raggiunto lo scorso fine settimana dal governo di Benjamin Netanyahu e Hamas sulla liberazione della civile ventinovenne Arbel Yehud, ostaggio dei miliziani da 480 giorni e ieri mostrata viva in un video della Jihad islamica, e l’apertura del passaggio verso nord.
Così ieri, non appena il valico è stato aperto, un flusso ininterrotto di uomini, donne e bambini, carichi di bagagli, su pesanti carretti, in macchina o a piedi, ha iniziato a muoversi lungo la strada costiera, tra il Mediterraneo a sinistra e file di edifici devastati a destra. A migliaia hanno passato la notte all’aperto. I carri armati israeliani, ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati