· Città del Vaticano ·

la preghiera di Francesco

 la preghiera di Francesco  QUO-021
27 gennaio 2025

Muto davanti a quell’abisso di dolore, ad Auschwitz Francesco non aveva voluto pronunciare discorsi, preferendo restare in silenzio quando il 29 luglio 2016 vi si era recato in visita. «Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdono per tanta crudeltà!»: le poche parole lasciate sul libro d’onore, scritte di suo pugno in spagnolo, la lingua del cuore, valgono più di mille discorsi sul più grande e famigerato campo di sterminio sorto nel cuore dell’Europa; uno dei maggiormente “produttivi” quando fu avviato dai nazisti il folle progetto della “soluzione finale”. In una mattina luminosa e piena di sole, il Pontefice argentino aveva varcato da solo il cancello d’ingresso, sormontato dalla tristemente nota scritta Arbeit macht frei («Il lavoro rende liberi»). Dopo aver percorso a bordo di una piccola vettura elettrica le stesse stradine che per tanti e tanti uomini hanno significato morte, annientamento, si era fermato alla piazza dell’appello, sedendosi per una preghiera muta, fatta nel cuore, con le mani intrecciate e il capo chino, a tratti a occhi chiusi. Al cortile del famigerato “blocco 11” aveva quindi salutato dodici superstiti, l’ultimo dei quali gli aveva consegnato una candela con la quale Francesco si era diretto verso il “muro della morte”, dove le persone venivano uccise con un colpo alla testa. Lo aveva toccato a lungo, prima di accendere la lampada lasciata come dono: una sfera d’argento dorato poggiante su una base di legno, che richiama il reticolato del lager ormai eroso dal tempo. Successivamente il Papa era stato nella cella del martirio di san Massimiliano Kolbe, il francescano conventuale polacco che offrì la propria vita per salvare quella di un compagno di prigionia, padre di famiglia. Terza e ultima tappa di quel pellegrinaggio nella geografia dell’orrore era stata infine Birkenau, distante circa tre chilometri. Francesco li aveva percorsi lentamente, contemplando ciò che resta di questa parte della struttura pensata per lo sterminio di massa; aveva costeggiato la ferrovia, il binario della morte, e giunto davanti al monumento alle vittime delle nazioni, dov’erano ad attenderlo un migliaio di persone, aveva camminato tra le scure lapidi.