La carovana dell’Acr

«Grazie mille per questo Anno Santo, il primo per molti di noi», Così Davide Vitucci, studente tredicenne di terza media della parrocchia romana di San Roberto Bellarmino, ha ringraziato Papa Francesco a nome dell’Acr diocesana. Affacciatosi accanto al Pontefice insieme ad Anita Selvaggi, di 8 anni, al termine dell’Angelus ha letto il messaggio sottolineando come la Porta Santa faccia «sentire l’amore di Dio: stiamo imparando nelle nostre comunità che non si può passare da soli la Porta, bisogna farlo almeno in due, mano nella mano, con amici fratelli e sorelle». Quindi ha chiesto a Francesco «Possiamo dirti un sogno?» e illustrandolo ha aggiunto: «Stamattina, insieme abbiamo gridato forte il nostro desiderio di pace. Quanto sarebbe bello se anche i grandi della terra passassero la Porta Santa mano nella mano. È un sogno sì, ma ci crediamo tanto. Sarebbe un regalo se passassero la Porta Santa, ripensando a tutti i bambini vittime della violenza, soli o malati, segnati dalla guerra, e pensando alle lacrime di tante mamme, papà, nonni e nonne». Da parte sua il Papa si è detto colpito da «una parola molto bella…» nel testo del messaggio. «Così riuscirebbero a far star zitte le armi», ha letto il ragazzo. In precedenza il gruppo dell’Acr, con educatori, genitori e compagni di scuole e parrocchie di Roma, avevano partecipato al corteo che ha attraversato le strade del centro della città, uniti dallo slogan: «La Pace in azione!». In mattinata si erano dati appuntamento a Santa Maria in Vallicella, la «Chiesa nuova», dove erano stati salutati dal cardinale vicario Baldassare Reina e avevano partecipato alla messa celebrata da don Alfredo Tedesco, assistente diocesano dell’Acr e direttore della Pastorale giovanile di Roma. Al termine si erano poi incamminati verso San Pietro per il passaggio attraverso la Porta Santa.