· Città del Vaticano ·

Ai partecipanti al Giubileo del mondo della comunicazione Francesco chiede di narrare la speranza.
L’appello per la libertà di stampa e il ricordo dei giornalisti caduti sul campo

Le parole giuste
per illuminare i cuori
e raccontare il bene

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25 gennaio 2025

Domani, a conclusione dell’avvenimento giubilare, il Papa celebrerà la messa della Domenica della Parola di Dio 


È un discorso “giornalistico” ( absit iniuria verbis) quello consegnato da Papa Francesco stamani in Aula Paolo vi ai partecipanti al Giubileo della Comunicazione, primo grande evento di questo Anno Santo della speranza. Un testo “giornalistico” perché spiega l’essenza di una professione che è anche «vocazione e missione», «responsabilità peculiare» e «compito prezioso» per far rinascere nella società «il senso del bene e del male».

Due sono i principi evidenziati dal Papa — dopo gli interventi di Maria Ressa, Premio Nobel per la pace 2021 e direttrice della piattaforma «Rappler», e di Colum McCann, scrittore e co-fondatore della rete «Narrative 4» —: primo, la difesa della libertà di stampa, antidoto a «pregiudizi e polarizzazioni» che distruggono la convivenza civile e impediscono la fraternità. Per questo, Francesco lancia un forte appello per il rilascio di «tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati». Al contempo ricorda nella preghiera gli operatori della comunicazione che troppe volte finiscono per firmare il loro servizio «con il proprio sangue».

Il secondo principio è quello di un cambio di passo urgente alla narrazione: passare dallo storytelling all’hopetelling, così da raccontare anche «storie di speranza, che nutrono la vita». Ciò non significa ignorare il male, bensì lasciare spazio al dinamismo riparatore del bene, vedendone le briciole nascoste persino in terreni inceneriti. Domani, 26 gennaio, a conclusione dell’avvenimento giubilare, il Papa celebrerà alle 9.30, nella basilica Vaticana, la messa della Domenica della Parola.

Il discorso del Papa