La natura illusoria

di Sergio Valzania
In Su verità e menzogna in senso extramorale, Friedrich Nietzsche sostiene che «le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria». Si tratta di un’affermazione sulla quale riflettere. Sulle verità di cui disponiamo si basa anche la vita quotidiana, fin nelle sue più piccole attività, il cui svolgimento è legato all’abitudine prima che alla riflessione.
Ma quanto sono solide queste verità? A quante diverse categorie appartengono? Sono fondanti per la nostra umanità o appena strumentali, per sbrigare gli impegni ordinari? Siamo consapevoli di averle individuate, riconosciute e accettate oppure le utilizziamo come tali senza piena consapevolezza della considerazione nella quale le teniamo?
Sono interrogativi che vale la pena di porsi, soprattutto se si è credenti, ossia se abbiamo deciso di orientare la nostra fede, la nostra capacità di credere, verso una verità rivelata; se abbiamo intrapreso un cammino consapevole, inoltrandoci in un territorio dalle caratteristiche particolari, uniche.
Chi affronta un’esperienza di affidamento di carattere religioso ha l’occasione, fortunata, di confrontare le verità che accetta di accogliere con quelle che di continuo il mondo gli propone, e di coglierne la differenza. Scopre infatti che le parole di Nietzsche hanno un contenuto profondo quando si confrontano con tutto ciò che è “mondano”, ossia appartiene al regno dell’apparenza e della futilità, della provvisorietà. Fosse anche il sorgere e il tramontare del sole, che non sono eterni.
Nella concezione ebraica la verità non è un dato astratto che si nasconde al di là di ciò che si coglie attraverso i sensi, come nella tradizione del pensiero greco fatta propria da Cartesio. È invece un rapporto, un affidamento, l’accordare fiducia a una proposta che si riceve da parte di qualcuno di autorevole. Assomiglia all’ipse dixit medievale, riconoscimento dell’autorevolezza di Aristotele che non era altro del riverberare di un affidamento ben maggiore, che i credenti si sforzavano di rivolgere a Cristo e alla sua Chiesa.