
di Leonardo Sapienza
«Il vecchio è fortunato», dice Péguy. È fortunato, perché è al termine della vita. proprio il contrario di ciò che abitualmente si pensa.
«I miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Vangelo), esclama il vecchio Simeone. E la vecchia Anna annuncia la grandezza di quel Bambino che i genitori presentano al tempio.
Pur essendo avanti negli anni, hanno l’occhio attento. Soprattutto hanno il cuore vigile: sanno riconoscere Gesù. Questi due vecchi sono fortunati! Al termine della loro vita hanno incontrato Cristo. Possono morire in pace: «Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace...». La loro morte sfocia nell’eternità.
Dovremmo essere anche noi attenti, per saper riconoscere Cristo nella nostra vita. Saperlo riconoscere nelle persone che ci circondano, negli avvenimenti di tutti i giorni.
«Il vecchio è fortunato». Potessimo essere fortunati anche noi! «Egli sarà un segno di contraddizione» (Vangelo), profetizza Simeone. Sappiamo poi dai Vangeli come tutta la vita di Cristo è stata segno di contraddizione. Un profeta non ha mai vita facile!
Anche noi, se vogliamo vivere con coerenza la nostra vita cristiana, dobbiamo accettare di essere segni di contraddizione. Non agire, perché così fanno tutti. Non pensare in un determinato modo, perché è di moda.
Se vogliamo essere cristiani — seguaci di Cristo — allora dobbiamo essere disposti ad andare contro corrente; affrontare il giudizio e le critiche della gente cosiddetta “perbene”. Occorre che risvegliamo il nostro coraggio e l’orgoglio della nostra fede.
Abbiamo Cristo dalla nostra parte. E dobbiamo essere disposti ad accettare il rischio, per fare onore alla nostra vocazione cristiana.
Il Vangelo in tasca
Domenica 2 febbraio, Presentazione del Signore
Prima lettura: Ml 3, 1-4;
Salmo: 23;
Seconda lettura: Eb 2, 14-18;
Vangelo: Lc 2, 22-40.