Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

di Jaromír Zádrapa*
L’anno 2024 è stato segnato da diversi eventi che hanno caratterizzato la vita della Sezione orientale del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, di cui si intende di seguito dare una breve rassegna.
L’autocefalia della Chiesa ortodossa in Macedonia del Nord
In febbraio si è avuta la prima visita ufficiale alla Santa Sede di sua beatitudine Stefan, arcivescovo di Ohrid e primate della Chiesa ortodossa in Macedonia del Nord, ormai riconosciuta come autocefala dalla maggioranza delle Chiese ortodosse. Il presule si è intrattenuto con il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, discutendo delle relazioni attuali e della collaborazione futura tra le Chiese. Si deve tenere presente che nel 1967 la Chiesa ortodossa nell’allora Macedonia, parte della Jugoslavia, dichiarò unilateralmente la sua indipendenza dal Patriarcato serbo ma questa decisione non venne riconosciuta dallo stesso e da altre Chiese ortodosse, generando un isolamento ecclesiastico durato oltre cinque decenni. La strada verso il riconoscimento ufficiale dell’autocefalia è stata lunga e travagliata. Le tensioni con il Patriarcato serbo hanno rappresentato l’ostacolo principale poiché la Chiesa serba rivendicava la propria autorità sulla comunità ortodossa in Macedonia. Un significativo passo avanti è avvenuto nel maggio 2022 quando il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidato dal patriarca Bartolomeo, ha riconosciuto la Chiesa in Macedonia del Nord come parte della comunione ortodossa, pur lasciando aperto il tema dell’autocefalia. Successivamente, nel giugno 2022, il santo Sinodo della Chiesa serba ha formalmente concesso l’autocefalia. Questo atto è stato visto come un gesto di riconciliazione e collaborazione tra le due Chiese. Il riconoscimento dell’autocefalia ha implicazioni significative sia a livello religioso che politico: sul piano religioso, permette alla Chiesa ortodossa macedone di amministrarsi in piena autonomia, eleggere i propri vescovi e il capo della Chiesa, e gestire i propri affari interni senza interferenze esterne. Sul piano politico, rappresenta un rafforzamento dell’identità nazionale della Macedonia del Nord, contribuendo a consolidare il senso di appartenenza culturale e religiosa del popolo macedone. Il lungo e delicato processo che è stato descritto rappresenta un esempio di come il dialogo e la riconciliazione possano superare le divisioni storiche, talora molto profonde.
Morte del patriarca Neofit della Chiesa ortodossa bulgara ed elezione del patriarca Daniil
Con la morte del patriarca Neofit, avvenuta il 13 marzo 2024 all’età di 79 anni, la Chiesa ortodossa bulgara ha perso una delle sue figure più autorevoli nella storia recente: egli ha lasciato un segno indelebile nella storia spirituale della Bulgaria e del mondo cristiano, ricordato per la sua saggezza, il suo impegno pastorale e il suo spirito di dialogo. Nato il 15 ottobre 1945 a Sofia, al secolo Simeon Dimitrov, intraprese il percorso sacerdotale dopo aver completato brillanti studi teologici e liturgici. Ordinato sacerdote nel 1975, si distinse come docente e guida spirituale, guadagnandosi il rispetto e l’affetto del clero e dei fedeli. Nel 2013 fu eletto patriarca, assumendo la guida della Chiesa ortodossa bulgara in un periodo di rinnovamento e sfide. Uno dei momenti più significativi del suo patriarcato fu l’incontro con Papa Francesco nel maggio 2019 durante la visita del Pontefice in Bulgaria. Questo evento storico sottolineò l’impegno del patriarca Neofit nel promuovere il dialogo ecumenico tra le Chiese e nel costruire ponti tra il cristianesimo ortodosso e quello cattolico. Durante l’incontro entrambi i leader sottolinearono l’importanza della pace, della comprensione reciproca e della collaborazione per affrontare le sfide spirituali e sociali del mondo contemporaneo. Neofit ha dedicato il suo patriarcato alla conservazione delle tradizioni ortodosse e al rafforzamento del ruolo della Chiesa nella società bulgara, lavorando instancabilmente per promuovere l’educazione religiosa, la solidarietà con i poveri e la tutela del patrimonio spirituale del paese. La sua morte ha suscitato grande commozione tra i fedeli. Le esequie, che si sono tenute nella cattedrale “Alexander Nevsky” di Sofia, hanno visto la partecipazione di leader religiosi e rappresentanti da tutto il mondo che si sono riuniti per rendere omaggio a un uomo che anche nelle difficoltà che ha dovuto affrontare si è sempre affidato con umiltà al Signore, offrendo una viva testimonianza di fede, di dedizione e di amore per la Chiesa. Per la circostanza il cardinale Koch ha inviato una lettera di condoglianze a sua eminenza Ioan, metropolita di Varna e Veliki Preslav, al tempo locum tenens del Trono patriarcale. Il 30 giugno il Consiglio patriarcale ecclesiastico elettorale della Chiesa ortodossa bulgara ha eletto il nuovo patriarca, il metropolita Daniil di Vidin. Sua Santità Daniel (al secolo Dimitar Ivanov) è nato nel 1972 nella città di Plovdiv. Dopo gli studi teologici all’Accademia spirituale di Sofia, ha proseguito la sua formazione in rinomate istituzioni accademiche internazionali, approfondendo la teologia ortodossa e il dialogo interconfessionale. Ordinato sacerdote nel 1996, nel 2013 è stato nominato metropolita di Vidin, un ruolo in cui si è distinto per il suo impegno nella promozione della giustizia sociale e nel rafforzamento della vita spirituale della comunità. Il cardinale Koch ha partecipato alla cerimonia dell’intronizzazione nella cattedrale patriarcale “Alexander Nevsky”. Il giorno seguente, 1° luglio, nella medesima cattedrale ha preso parte alla celebrazione della divina liturgia del neoeletto. Il cardinale Koch ha trasmesso i saluti di Papa Francesco e il dono personale del Santo Padre al nuovo patriarca Daniil, un calice e una patena come simbolo della comunione fraterna tra le Chiese. Il prefetto ha espresso le sue più sentite felicitazioni e la speranza di «proseguire la collaborazione, lavorando insieme in vari ambiti della vita ecclesiale e sociale, conformemente al desiderio di Gesù Cristo nostro Signore, ossia la piena comunione di tutti i suoi discepoli». Ha inoltre ribadito che pregherà affinché si possa «insieme riscoprire questo legame fondamentale, dando un rinnovato slancio al dialogo teologico e alle relazioni ecumeniche». Dopo la divina liturgia con la partecipazione del patriarca Bartolomeo, il cardinale Koch si è fermato per una breve preghiera sulla tomba di Sua Santità il patriarca Neofit presso la chiesa di “Santa Nedelya”.
Celebrazione dei santi Cirillo e Metodio
In occasione della festa nazionale dei santi fratelli Cirillo e Metodio, il 24 maggio, il nuovo segretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, monsignor Flavio Pace, ha partecipato alla divina liturgia nella basilica di San Clemente, celebrata da Antonii, metropolita dell’Europa occidentale della Chiesa ortodossa di Bulgaria e responsabile delle comunità ortodosse bulgare in Italia e a Malta. A conclusione della cerimonia, monsignor Pace, salutando la delegazione bulgara rappresentata dal presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev, ha trasmesso gli auguri da parte del prefetto del Dicastero, assicurando la sua preghiera per l’imminente elezione del nuovo patriarca bulgaro e auspicando che si possa diffondere il dono della riconciliazione e della pace nel mondo segnato dalla guerra come il profumo delle rose di Bulgaria, con le quali vengono realizzate delle preziose essenze che spesso sono donate ai visitatori e ai pellegrini nel paese. Nello stesso giorno il metropolita Antonii e il reverendo Ivan Ivanov, parroco della comunità bulgara a Roma, insieme ad alcuni fedeli hanno pregato un moleben nella basilica di San Pietro, nella cappella dei Santi patroni dell’Europa. In questa circostanza monsignor Alfonso V. Amarante, rettore dell’Università Lateranense, il metropolita Antonii e il presidente della Repubblica di Bulgaria, Radev, hanno inaugurato la mostra nell’atrio dell’Università Lateranense intitolata Athos nelle immagini e nella fotografia. Anche una delegazione della Chiesa ortodossa in Macedonia del Nord si è recata a Roma in occasione della festa dei santi Cirillo e Metodio. Il metropolita di Debar e Kichevo, Timotej (deceduto nel novembre scorso), e il metropolita d’Europa, Pimen, hanno celebrato un moleben nella basilica di San Clemente presso la tomba di San Cirillo. Alla preghiera ha partecipato una delegazione governativa con la presidente della Repubblica, Gordana Siljanovska-Davkova, e molti fedeli pellegrini della Macedonia del Nord. Alla fine del maggio 2024, durante l’udienza generale, Papa Francesco ha salutato alcuni rappresentanti della comunità ortodossa bulgara a Roma, accompagnati dal reverendo Ivanov, amministratore delle parrocchie in Italia e a Malta, in occasione del v anniversario della visita apostolica di Papa Francesco in Bulgaria. In segno di apprezzamento per tale visita, essi hanno consegnato in dono un quadro con l’immagine di un “libro” contenente l’alfabeto cirillico, Dalla a alla z , che rispecchia elementi del patrimonio culturale e storico dell’opera di Cirillo e Metodio e della tradizione spirituale bulgara.
*Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani