Il manifesto di Trump

21 gennaio 2025
di Guglielmo Gallone
Espansionismo, eccezionalismo, nazionalismo. La teoria del «destino manifesto», secondo cui gli Stati Uniti d’America hanno una missione civilizzatrice da realizzare, si annida in almeno tre istantanee del discorso inaugurale del quarantasettesimo presidente statunitense, Donald Trump, tenutosi ieri a Capitol Hill, Washington.
La prima: il riferimento al venticinquesimo presidente degli Usa William McKinley, che secondo Trump ha «reso il nostro Paese molto ricco attraverso tariffe e talento». Nato nel 1843 in Ohio, ultimo veterano della guerra di secessione ad entrare alla Casa Bianca, assassinato da un anarchico non appena rieletto, McKinley è ricordato soprattutto per aver condotto il Paese alla vittoria contro la Spagna nella guerra per Cuba, per l’annessione delle Hawaii e per ...
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