
21 gennaio 2025
di Silvia Guidi
Una frase che, una volta ascoltata, è difficile dimenticare — «Questa musica ci riscatta tutti; non ci riporta dove siamo, ma a quello che siamo» — è il fulcro di uno spettacolo-studio diviso in due parti che andrà in scena a Firenze, nel teatro della ex città dei pazzi di San Salvi lunedì 27 gennaio, Giornata della Memoria, e l’ultimo sabato di marzo. Una frase ancora più preziosa e commovente se teniamo presente il contesto in cui è stata pronunciata la prima volta: all’interno dello Stalag viii di Görlitz, il 15 gennaio 1941.
«È la baracca 27 B, avvolta nella neve — si legge nelle note di regia — che si riempie dei suoni del Quartetto per la fine del tempo appena composto dal pianista seduto ad un verticale scordato e dalla meccanica ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati