
20 gennaio 2025
di Gabriele Nicolò
Ingres era stanco di sentirsi dire che il suo stile era così cristallino da risultare talora stucchevole. La sua ansia di perfezione, che si manifestava nel disegnare forme di signorile pulizia formale, rischiava di produrre un disturbante effetto di saturazione. Che il suo pennello, dunque, fosse meno togato e inamidato, per diventare più elastico e disinvolto, esortavano i critici. Il pittore francese, a questa platea, tanto impaziente quanto incompetente, volle dare una lezione, per dimostrare che il nitore prospettico di un quadro non dipende necessariamente dal rigore delle forme geometriche chiamate a garantire l’equilibrio compositivo di una tela.
Dipinse così La viscontessa d’Haussonville (1845), a quel tempo rinomata intellettuale, nonché sulla breccia per le sue idee ...
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