Parolin: la scarcerazione

«La notizia dell’annunciata graduale scarcerazione di 553 prigionieri cubani è un segno di grande speranza in questo inizio di Giubileo». Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, interpellato dai media vaticani mentre si trova in Francia. «È significativo — ha aggiunto il cardinale — che le autorità dell’Avana abbiano legato direttamente questa decisione all’appello di Papa Francesco, il quale nella Bolla di indizione del Giubileo, e poi in diverse altre occasioni, ha chiesto gesti di clemenza come tante volte è accaduto in occasione dell’Anno Santo».
«Il 2024 — ha aggiunto Parolin — si era chiuso con la commutazione da parte del presidente degli Stati Uniti di decine di condanne a morte in ergastoli, e con la notizia che lo Zimbabwe ha abolito la pena capitale. Speriamo che questo 2025 prosegua in questa direzione e che le buone notizie si moltiplichino, soprattutto con la tregua per i tanti conflitti ancora in corso».
Il governo cubano, intanto, ha rilasciato il primo gruppo di prigionieri, la maggior parte dei quali legati alle proteste antigovernative del luglio 2021. Si tratta di almeno 14 persone liberate ieri, secondo l’Osservatorio cubano per i diritti umani.