· Città del Vaticano ·

La testimonianza di un religioso nel tumulto socio-politico della nazione asiatica

Al popolo sudcoreano
sta a cuore la democrazia

 Al popolo sudcoreano sta a cuore la  democrazia  QUO-011
15 gennaio 2025

di Federico Piana

«Al popolo sudcoreano sta a cuore la democrazia». Anche se a Seoul è arrivata la sera a mettere fine ad un 15 gennaio che entrerà nella storia per l’arresto del presidente Yoon Suk-yeol, padre Hyoung- ho Han non si lascia prendere dalla stanchezza delle ore convulse e concitate nelle quali versa l’intero Paese asiatico e risponde punto su punto alle sollecitazioni de «L’Osservatore Romano» partendo da un’immagine, forse diventata iconica: «Durante le proteste ho visto offrire ai manifestanti cibo e bevande caldi. Alcuni hanno organizzato in anticipo l’acquisto delle forniture mediche necessarie ed altri hanno messo a disposizione anche degli autobus riscaldati nei quali far dormire la gente durante le notti fredde. Sono scene di unità del popolo che difficilmente si vedono nelle altre nazioni avanzate».

Le proteste, appunto. Quelle che sono partite all’indomani della proclamazione della legge marziale e che hanno mobilitato migliaia di persone, fanno riflettere il sacerdote, presidente della Commissione giustizia, pace e difesa del Creato dei Missionari della Consolata, sul fatto che a scendere in strada siano stati praticamente tutti: «Ma in particolare si sono mobilitati i giovani tra i 20 ed i 30 anni e le donne. Davanti agli occhi degli adulti si sono materializzati i ricordi dei giorni della dittatura militare di 45 anni fa: per questo non se la sono sentita di stare alla finestra e hanno deciso di non lasciare che quest’epoca venisse spogliata dei suoi diritti democratici».

La questione della pace non è di poco conto in una Corea divisa tra nord e sud e qualsiasi sommovimento che possa ancora di più metterla in difficoltà viene percepita come un terremoto da evitare. «La messa in stato d’impeachment del presidente è stata accolta favorevolmente dal 75% della popolazione. Si può dire che la situazione attuale abbia fatto emergere quanto siano sempre più importanti l’educazione alla democrazia e alla pace. Le manifestazioni nonviolente stanno qui a testimoniarlo».

Il rispetto per la pace, la legalità e i diritti umani e costituzionali non sta a cuore solo al popolo ma anche alla Chiesa cattolica. Padre Hyoung- ho Han, come punto cardinale, cita la lettera che monsignor Mathias Ri Iong-hoon, vescovo di Suwon e presidente della Conferenza episcopale coreana, ha scritto lo scorso 4 dicembre, nell’imminenza dei fatti: «Ha sottolineato con forza che la democrazia della nostra nazione è stata costruita sui sacrifici di innumerevoli individui e che la Chiesa cattolica in Corea la sostiene e difende pienamente perché è stata conquistata a caro prezzo attraverso anni di sangue, sudore e lacrime». Ed è proprio per questo che, spiega il sacerdote, «la Chiesa ha previsto messe speciali che si celebrano in circostanze come quelle che stiamo vivendo. La Chiesa deve continuare a testimoniare pace e giustizia e lo fa anche così».