La chiesa del Battesimo
Gioia e orgoglio, sono i sentimenti dei cattolici di Giordania che ora potranno battezzare i loro figli nella chiesa dedicata al Battesimo di Gesù, ad al-Maghts, sulla riva orientale del fiume Giordano, dove il Signore fu battezzato da Giovanni Battista, consacrata ieri, 10 gennaio, con una Messa presieduta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, legato pontificio in Giordania. Ad esprimere la letizia dei fedeli è padre Rifat Bader, parroco della chiesa del Sacro Cuore ad Amman. «La Giordania fa parte della Terra Santa», dove le tre grandi religioni monoteiste vengono unite da diversi luoghi, come il luogo del Battesimo, così come il Monte Nebo, da cui Mosè vide la terra promessa, o la Collina di Elia, da cui si il profeta salì in cielo nel ix secolo a.C. Sono antichi siti, spiega ancora il religioso, che incoraggiano il dialogo tra le principali fedi del Paese, in particolare tra musulmani e cristiani, che rappresentano il 5 per cento della popolazione. «Un sito religioso cristiano non è solo per i cristiani, è un sito nazionale, un sito umano, è per tutti. E noi vediamo sempre molte persone che vanno a pregare in questi luoghi».
La consacrazione della chiesa, vista come un importante segno di unità per tutto il Medio Oriente, è stata anche all’origine di un momento di preghiera tra le diverse comunità, con la televisione giordana che ha trasmesso prima la celebrazione cattolica seguita dalla preghiera musulmana del venerdì. E la speranza è anche che i pellegrini tornino presto, la guerra in corso tra Israele e Hamas ha quasi azzerato il turismo religioso in Terra Santa, e l’augurio è che «si raggiunga presto la pace in Palestina», per tutti coloro che sono coinvolti e soffrono, e anche per la Giordania che ne vive le ripercussioni, come spiega padre Baser.
Progettata dall'architetto francese François Lacoste, la chiesa ha richiesto 15 anni di lavori, è stata affidata dal Patriarcato latino di Gerusalemme all’Istituto del Verbo Incarnato, che lì ha due contemplative, una maschile e l’altra femminile, con un ostello preposto all’accoglienza dei pellegrini con una capienza che potrà arrivare fino a 45 persone. Negli ultimi 30 anni l’intero sito è stato gradualmente restaurato e i pontefici hanno svolto un ruolo importante in questo processo. San Giovanni Paolo II vi si recò in pellegrinaggio nel 2000, quando parlò di un luogo «permeato di storia», vicino alle «vestigia della città più antica del mondo». Benedetto xvi , nel 2009, posò la prima pietra della nuova chiesa e del monastero, e Papa Francesco ha visitato il luogo sacro nel 2014.
La consacrazione dell’edificio religioso, nell’anno giubilare 2025, apre ai cinque anni che porteranno i cristiani nel 2030 all’”Anno di Giovanni Battista, profeta Yahya Bin Zakaria”, al quale si sta preparando la Giordania. Un appuntamento che vede la collaborazione tra Chiesa e Stato «per migliorare l’immagine del Paese come luogo di pellegrinaggio, un po’ come Lourdes», continua il sacerdote, che spiega come attorno al sito, divenuto patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2015, il governo voglia costruire «una città turistica con alberghi per accogliere i pellegrini».
di Jean-Benoît Harel