· Città del Vaticano ·

Ma la situazione sul terreno resta complessa

Gli Usa: «reali progressi»
per una tregua a Gaza

 Gli Usa: «reali progressi» per una tregua a Gaza  QUO-007
10 gennaio 2025

Tel Aviv , 10. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che ci sono stati «reali progressi» nei colloqui per raggiungere un cessate-il-fuoco e un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas a Gaza. Biden ha però aggiunto che «Hamas sta ostacolando lo scambio in questo momento».

Che la situazione sul terreno resti complessa lo dimostrano innanzitutto le dichiarazioni del ministro della Difesa israeliano: Israel Katz ha detto di aver ordinato alle Forze di difesa israeliane (Idf) un «piano per la completa sconfitta di Hamas a Gaza» se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi prima dell’insediamento del nuovo presidente statunitense, Donald Trump, perché «non dobbiamo lasciarci trascinare in una guerra di logoramento che ci costerà caro».

Nelle ultime ore le autorità israeliane hanno accertato l’identità del secondo ostaggio, ritrovato morto due giorni fa a sud della Striscia di Gaza, confermando che si tratta di Hamza Alziadna, 22 anni, figlio di Yosef, anch’egli ritrovato morto.

Dall’altro lato, una ricerca pubblicata sulla rivista medica britannica «The Lancet» stima che il numero di morti a Gaza durante i primi nove mesi di conflitto sia stato sottostimato di circa il 40 per cento. Le autorità sanitarie di Gaza, controllate da Hamas, avevano riportato un bilancio di 37.877 vittime ma, secondo il nuovo studio, che ha incrociato tre diverse fonti, i morti sarebbero stati tra 55.298 e 78.525.

Al di fuori della Striscia, la situazione resta particolarmente tesa a Hebron, nell’area H2, dove Medici senza frontiere ha avvertito che l’accesso all’assistenza sanitaria è seriamente compromesso e la salute mentale e fisica della popolazione è a rischio.

Nella notte sono poi state segnalate numerose incursioni militari israeliane tra Nablus, al-Khader e Nilin, a ovest di Ramallah. Mercoledì funzionari palestinesi hanno riferito che, tra le persone uccise in un attacco israeliano compiuto con droni a Tamun, nord dei Territori della Palestina in Cisgiordania, c’erano due bambini.

A complicare ulteriormente la situazione c’è l’instabilità regionale che affligge ormai da tempo l’intero Medio Oriente. Il gruppo Houthi ha comunicato al mediatore speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, che non interromperà gli attacchi alle navi nel Mar Rosso finché Israele non metterà fine alla guerra in corso. Lo stesso gruppo ha lanciato dallo Yemen due droni che sono stati intercettati sul Mar Mediterraneo prima di raggiungere lo spazio aereo israeliano, come riportato dall’Idf.

Pochi giorni fa gli Stati Uniti avevano effettuato attacchi contro due depositi sotterranei di armi in aree dello Yemen controllate proprio dagli Houthi.

A ulteriore testimonianza della vicinanza americana a Israele, la Camera dei Rappresentanti ha votato per sanzionare la Corte penale internazionale (Cpi) per i mandati d’arresto per il primo ministro, Benjamin Netanyahu, e per l’ex ministro della difesa, Yoav Gallant. Nelle stesse ore, la Polonia, stretto alleato di Washington in Europa, ha detto che non arresterà il premier israeliano se dovesse partecipare alle celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz.