C’è bisogno di sicurezza
Un sole caldo e un vento gentile hanno accompagnato stamani, venerdì 10 gennaio, la messa per la consacrazione della chiesa del Battesimo di Gesù, in Giordania. Numerosi i fedeli che, sia all’esterno sia all’interno del luogo di culto, hanno seguito la celebrazione, preceduta da un momento ufficiale, svoltosi sul sagrato, alla presenza di autorità religiose e civili, tra cui l’Assemblea degli Ordinari di Terra Santa ed esponenti della Casa Reale giordana, come il principe Ghazi.
A prendere la parola, tra gli altri, è stato il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, il quale ha lanciato un forte appello per la pace: «Preghiamo per tutti coloro che stanno soffrendo nel proprio Paese a causa della mancanza di sicurezza, stabilità e pace, soprattutto in Palestina, Libano e Siria, così come in tutte le regioni del mondo che hanno bisogno di pace».
Subito dopo, ha rivolto il suo saluto ai presenti anche Nadim Mouasher, cattolico latino giordano che ha donato un contributo sostanziale per la costruzione della chiesa, volendo onorare così la memoria di un figlio, morto improvvisamente. Tra gli altri finanziatori si annovera lo stesso Patriarcato latino.
Quindi, accompagnata dai canti intonati da un coro di giovani, si è snodata la processione inziale all’interno della chiesa che, con una superficie di 2.200 metri quadrati, può ospitare oltre 1.000 fedeli, divenendo così delle più grandi del Medio Oriente.
Nel 2003, il re Abdullah ii di Giordania ha donato 30 dunams di terreno per la costruzione del tempio. Eretto in pietra di tafouhi, una pietra giallastra proveniente da Hebron, esso presenta vetrate realizzate in Libano nello stile della cattedrale francese gotica di Chartres.
All’inizio del rito, il cardinale Parolin, legato pontificio, principale celebrante insieme al cardinale Pizzaballa e al nunzio apostolico in Giordania, arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, ha benedetto l’acqua con cui poi ha asperso l’altare e l’assemblea in segno di penitenza e in ricordo del Battesimo.
Alla liturgia della Parola le letture sono state proclamate in lingua araba: la prima è stata tratta dal libro del profeta Isaia (55, 1-11) così come il Salmo «Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza» (12, 2-3, 4bed 2:3, 5-6), mentre la seconda lettura è stata tratta dalla Prima lettera di Pietro (2, 4-9). Il Vangelo proclamato è stato quello di Luca (3, 15-16; 21-22).
Dopo l’omelia del cardinale Parolin sono state rinnovate le promesse battesimali, seguite dalle litanie dei Santi. Quindi, il segretario di Stato ha deposto sotto l’altare, in un sepolcro apposito, alcune reliquie, tra cui quelle di san Giovanni Paolo ii e dei santi martiri di Damasco.
Dopo la preghiera di dedicazione, si è svolto il rito dell’unzione dell’altare: il porporato ha versato il sacro Crisma sulla mensa e in alcuni punti delle pareti della chiesa, tracciandovi il segno della croce. È seguito il momento dell’incensazione dell’altare e della sua aspersione da parte di alcuni ministranti che lo hanno coperto con una tovaglia, disponendovi i candelieri.
Infine, dopo la liturgia eucaristica e la distribuzione della comunione, la celebrazione si è conclusa con la processione finale dei celebranti.
di Isabella Piro