La vita e l’insegnamento di Gesù creavano scandalo, perché non era un maestro della Legge come gli altri: prendeva parte alla vita di tutti, soprattutto con i poveri e i peccatori. L’accusa che gli faranno è: «Perché mangia insieme ai pubblicani?» (Matteo).
Ma lui prende parte alla gioia degli uomini, e vuole che tutti godano della gioia di vivere. Il matrimonio a Cana ne è un esempio.
Un autore agnostico francese scrive: «Nei Vangeli c’è un sovrano sforzo verso la gioia. La prima parola che ci è riferita di Cristo è “beati”. Il suo primo miracolo è la trasformazione dell’acqua in vino. Il vero cristiano è colui al quale basta inebriarsi di acqua pura: dentro di lui si ripeterà il miracolo di Cana» (André Gide).
È proprio questo l’insegnamento che ci viene dal Vangelo. Come Gesù ha amato le gioie della nostra vita umana, al punto da far scorrere vino buono per la gioia degli sposi e degli invitati, così anche noi dobbiamo vivere la realtà quotidiana scoprendo le piccole e semplici gioie che Dio semina sul nostro cammino.
E dobbiamo vivere anche in modo tale che l’acqua insipida e fredda delle nostre anime sia trasformata nel vino generoso e caloroso della gioia, della speranza, dell’amore. Ricordiamo: la gioia di vivere è un dono abbastanza raro!
Per questo dobbiamo ascoltare e mettere in pratica quello che Dio ci dice. Basta ascoltare le parole della Madre di Gesù: «Fate tutto quello che egli vi dirà» (Vangelo). Anche per noi si avvererà il miracolo della trasformazione!
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 19 gennaio, ii del Tempo Ordinario
Prima lettura: Is 62, 1-5;
Salmo: 95;
Seconda lettura: 1 Cor 12, 4-11;
Vangelo: Gv 2, 1-12.