Tempo privilegiato
«Il perdono è un passo concreto e basilare per chi, come noi, è chiamato a costruire una cultura della pace. E spesso il perdono verso l’altro richiede anzitutto il perdono di sé stessi». Questo il messaggio diffuso dall’arcivescovo Santo Marcianò in occasione della celebrazione con cui la diocesi dell’ordinariato militare per l’Italia ha aperto l’Anno giubilare.
Il presule ha presieduto ieri, mercoledì 8 gennaio, la messa nella chiesa dell’organizzazione penitenziaria militare in Santa Maria Capua Vetere. Dell’importanza della riconciliazione l’arcivescovo Marcianò ha parlato anche nell’omelia e ha poi aggiunto: la «dimensione del pellegrinaggio che, per certi versi, caratterizza la vita e la missione degli uomini e delle donne delle forze armate e di polizia, segni il cammino di fede di ciascuno: perché, nella fatica e nella gioia, il Giubileo sia tempo privilegiato di crescita della comunione con Dio e della fraternità, nel comune servizio alla difesa della vita umana, alla giustizia e alla pace».
La liturgia — concelebrata da alcuni cappellani militari, tra i quali quello del penitenziario, il franescano Giuseppe Palmesano — è stata introdotta da un breve pellegrinaggio verso la cappella, con la croce portata dai militari in servizio nella struttura. Sono stati poi gli stessi detenuti ad animare il rito con i canti.
Per la diocesi castrense i luoghi giubilari dove è possibile ricevere l’indulgenza sono la chiesa di Santa Caterina da Siena a Roma, che è quella principale dell’ordinariato, assieme a quella del Santissimo Sudario, nelle quali, ogni giorno da 11 anni si prega per la pace con l’adorazione eucaristica perpetua. Ma non solo: non vanno dimenticate la chiesa dell’ospedale militare del Celio, la cappella del dipartimento di lungodegenza di Anzio e quella appunto del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, oltre alle altre dislocate nelle missioni internazionali di supporto alla pace delle forze armate italiane e in alcune missioni di mare. Tra queste, la cappella della nave Amerigo Vespucci, impegnata da luglio 2023 nel Tour mondiale insieme al Villaggio Italia, l’esposizione internazionale che riunisce le «nazionali delle eccellenze italiane». «Anche la chiesa che vive tra i militari — ha commentato Marcianò — vuole porre dei segni nell’Anno giubilare quali espressione di quella speranza che la Chiesa e il mondo aspettano da Dio e che Dio affida anche al mondo militare».