L’angolo bello
Florenskij
09 gennaio 2025
Segregato nei gulag sovietici, dai quali non sarebbe mai più uscito vivo, Pavel Florenskij negli anni che vanno dal 1934 al 1937 scrive ai familiari (la madre, la moglie, i figli e la nuora) più di centocinquanta lettere che sono raccolte nel quarto e ultimo tomo dell’edizione delle opere sotto il titolo Lettere dall’Estremo Oriente e dalle Solovki [Pis’ma c Dal’nego Vostoka i Solovkov, Moskva, 1998; volume da cui cito e traduco].
Oltre ai riferimenti alle sue difficili condizioni di vita di recluso nei gulag, prima dell’Estremo oriente siberiano (Skovorodino) e poi del Mar Bianco (Solovki), Florenskij inserisce nelle lettere dei consigli di vita per i propri cari, da intendersi nell’accezione che egli dà a questo termine, cioè non come chi è più strettamente vicino negli affetti e nell’ambiente ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati