· Città del Vaticano ·

Un ricordo di Pier Vincenzo Giudici a lungo vicedirettore tecnico dell’emittente vaticana

Pontefici, onde radio
e fraternità

 Pontefici, onde radio e fraternità  QUO-002
03 gennaio 2025

Il destino è talvolta una questione di fili. O, nel caso di questa storia, di fili e qualche altro pezzo da radioamatore. È così che l’uomo che trascorrerà quasi metà della sua vita nella Radio del Papa come ingegnere, di cui 25 anni da vicedirettore tecnico — rappresentandola più volte nei consessi internazionali di radiofonia — ne scopre l’esistenza già a nove anni, durante la Seconda Guerra mondiale.

Pier Vincenzo Giudici, scomparso il primo gennaio a Roma all’età di 90 anni, aveva raccontato questo episodio alcuni anni fa. «Era la fine del 1943. Per poter ricevere la radio, mio padre mi regala il diodo, un condensatore variabile, una bobina, un pezzo di filo d’antenna lungo qualche metro e una cuffia. Allora io ricevo il segnale di Radio Vaticana e tra le prime cose che sento ci sono gli annunci fatti in italiano e poi in inglese, francese e tedesco per ricercare persone». Quel ragazzino è testimone inconsapevole di una delle pagine più belle e nobili della Radio Vaticana, il servizio svolto dall’Ufficio Informazioni che tra il 1940 e il 1946 trasmette oltre un milione e 200 mila messaggi per aiutare le famiglie ad avere notizie dei propri cari dispersi o prigionieri.

Al suo arrivo alla Radio il giovane ingegnere si ritrova coinvolto in un progetto di alto profilo tecnico e non solo. Siamo nel ’62, il Concilio è agli inizi e Giovanni xxiii vuole seguirne i lavori ma non può farlo sempre in presenza. Oggi bastano pochi clic per collegarsi da remoto, sessant’anni fa era piuttosto un’impresa, risolta montando un televisore nello studio privato del Papa collegato a due telecamere che possono zoomare sui padri conciliari in basilica. Una cosa avveniristica cui Giudici lavora per la parte audio.

Onde corte, medie e modulazione di frequenza sono il pane quotidiano dell’ingegnere, che nel 1975 viene nominato vicedirettore tecnico della Radio Vaticana. Il suo è un lavoro di aggiornamento continuo, che si conclude col pensionamento arrivato nel Duemila quando, emblematicamente, il sistema analogico di trasmissione comincia a lasciare spazi maggiori al nuovo orizzonte digitale.

«Se c’è un Papa che chiede di fare qualche cosa, va fatta», ha detto Giudici nel corso di un’intervista ai media vaticani nel 2021, definendola una «battuta» personale ma soprattutto una linea di condotta professionale. E alla domanda finale «cosa direbbe oggi ad un giovane in virtù della sua lunga esperienza come ingegnere alla Radio Vaticana», ha risposto: «Oltre la pazienza che bisogna avere, quella della fraternità che è da scoprire. Molta fraternità si riesce a capirla guardandosi attorno». (alessandro de carolis)