· Città del Vaticano ·

All’inizio del nuovo anno il Papa rilancia un tema peculiare del Giubileo incoraggiando i Paesi di tradizione cristiana ad aiutare quelli più poveri

La remissione del debito come via della pace

 La remissione del debito  come via della pace  QUO-001
02 gennaio 2025

Il Giubileo come momento di remissione dei debiti non solo spirituali, ma anche materiali: lo ha chiesto ancora una volta Papa Francesco all’Angelus di ieri, recitato a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico con i fedeli presenti in piazza San Pietro. Nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e in occasione della 58ª Giornata mondiale della pace, il Pontefice ha rivolto un incoraggiamento ai governanti dei Paesi di tradizione cristiana affinché diano il «buon esempio, cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti» delle Nazioni più povere. Non è mancato inoltre l’appello a porre fine ai conflitti perduranti in tante parti del pianeta, con la forte sottolineatura della disumanità della guerra che «spezza il cuore» di ogni madre.

Poco prima, nella messa presieduta nella basilica Vaticana, il vescovo di Roma aveva richiamato l’importanza di tutelare «il dono prezioso della vita» dal concepimento fino alla morte naturale, perché questo «è la base fondamentale per costruire una civiltà della pace».

L’invocazione alla riconciliazione è risuonata in San Pietro anche nel pomeriggio del 31 dicembre, durante i Primi vespri e il «Te Deum» in ringraziamento per il 2024 trascorso. In occasione del Giubileo, Francesco ha descritto la città di Roma come «un cantiere» pronto ad accogliere «credenti di ogni religione, cercatori di verità, di libertà, di giustizia e di pace, tutti pellegrini di speranza e di fraternità».

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