· Città del Vaticano ·

Anno Santo al via in tutte le diocesi del mondo

A Lourdes Giubileo aperto all’insegna di Maria

 A Lourdes Giubileo aperto  all’insegna di Maria  QUO-001
02 gennaio 2025

Dall’Europa all’Africa, dalle Americhe all’Asia, il Giubileo del 2025 è iniziato in tutte le Chiese locali, anche quelle più piccole e meno conosciute. Non c’è diocesi del mondo che non abbia stabilito delle proprie modalità per permettere a chi non potrà recarsi a Roma per varcare le cinque porte sante — quelle delle quattro basiliche papali più quella aperta nel carcere di Rebibbia — di ottenere lo stesso le indulgenze previste.

Nella suggestiva sera del 31 dicembre è nell’iconica grotta di Massabielle, dove la piccola Bernardette Soubirous incontrò Maria, la “dolce signora vestita di bianco”, che una messa solenne — spartiacque intenso di dolori, sogni e desideri tra il vecchio e nuovo anno — ha dato ufficialmente il via all’Anno Santo di Lourdes.

Per volontà di monsignor Jean-Marc Micas, vescovo della diocesi di Tarbes e Lourdes, sotto la quale ricade la giurisdizione del santuario francese, il Giubileo si aprirà anche nella cattedrale diocesana il prossimo 5 gennaio, giorno dell’Epifania. Ma il luogo dove la quattordicenne Bernardette incrociò lo sguardo della bella signora, mentre con sua sorella era intenta a raccogliere legna, e dove ogni anno aumentano esponenzialmente i pellegrinaggi, può essere considerato una delle sintesi perfette nelle quali si fondono speranza e pace, connubio ed essenza dello spirito giubilare più volte richiamato da Papa Francesco nella bolla di indizione intitolata Spes non confundit, la speranza non delude. «La grotta di Massabielle dove monsignor Micas ha dato avvio a questo periodo di grazia può essere davvero considerato il cuore di Lourdes» dice padre Nicola Ventriglia.

Il cappellano coordinatore della lingua italiana era lì, quella sera straordinaria: «Nonostante il freddo pungente — racconta a “L’Osservatore Romano” — erano presenti una trentina di sacerdoti e circa duecento fedeli. Un avvenimento essenziale per tutta la nostra comunità ed il mondo intero».

Il pensiero di padre Ventriglia, e di tutti i volontari che ruotano intorno alle tante attività del santuario, è incentrato sui malati che ogni giorno varcano la porta d’ingresso per incontrare il cuore tenero di Maria e abbandonarsi nelle sue amorevoli braccia. Con il desiderio che la loro vita possa cambiare, non solo dal punto di vista fisico ma anche spirituale. «In fondo, è uno dei posti dove la Madonna ha chiesto a tutti di venire. E poi è un luogo che è preparato ad accogliere migliaia e migliaia di pellegrini, molti dei quali hanno anche gravi difficoltà di salute. Una grande occasione per trovare consolazione che diventa ancora più grande con il Giubileo perché tutti qui potranno anche ottenere le indulgenze».

Il desiderio di padre Ventriglia è di poter vedere aumentare ancora di più i pellegrini che innamorati della Vergine possano fare tappa a Lourdes, dopo essersi recati a Roma per attraversare una delle porte sante. «Noi ci siamo preparati creando dei percorsi giubilari all’interno della struttura, come quello che inizia dal Calvario che si trova nella porta di Saint Michel o come quelli che sono stati stabiliti a partire dalla Cappella della luce, le piscine e la grotta». Itinerari fisici che sono stati affiancati ad una preparazione spirituale e ad intensi momenti di preghiera. «Noi a Lourdes facciamo riferimento ad una persona che ha incarnato la speranza, virtù al centro del Giubileo: Bernardette. A lei, nella terza apparizione, la Madonna disse: non ti prometto la gioia in questo mondo ma nell’altro. E questa certezza per Bernardette è stata la strada privilegiata che le ha fatto vivere la sua vita con grande entusiasmo».

Dunque, il Giubileo a Lourdes rappresenta un pellegrinaggio «sotto lo sguardo di Maria, madre della speranza e madre della Chiesa». Un’occasione da non perdere anche per poter «pregare per la Chiesa, per il mondo, per la pace, affinché tutti siano uniti nella fede, nella speranza e nella carità».

di Federico Piana