· Città del Vaticano ·

A Betlemme il vicario custodiale ha ricordato anche i bambini morti a Gaza

Santi innocenti di oggi

 Santi innocenti di oggi  QUO-294
30 dicembre 2024

Mentre a qualche decina di chilometri di distanza sei neonati morivano di freddo nella violentata terra di Gaza, andandosi così ad aggiungere ai circa 14.000 bambini che, secondo i dati forniti dalle autorità sanitarie della Striscia, sono stati uccisi dall’inizio della guerra, a Betlemme il 28 dicembre si celebrava il ricordo dei Santi innocenti martiri, i bambini sotto i 2 anni che secondo il racconto biblico vennero uccisi da Erode nel tentativo di eliminare Gesù.

Nella grotta che li ricorda e da cui prende il nome, il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, ha celebrato una messa alla quale hanno partecipato religiosi e laici che vivono nella città natale di Gesù. Secondo il dettagliato protocollo delle liturgie gerosolomitane spetta infatti ogni anno al vicario custodiale presiedere alla concelebrazione eucaristica in memoria. «Il Natale è anche questo», ha esordito padre Faltas, «è il dolore degli innocenti che Cristo è venuto a prendere sulle sue spalle. Il Natale è anche il grido delle madri che piangono i propri figli che non ci sono più». Riferendosi poi alla fuga della Sacra Famiglia verso l’Egitto il francescano ha continuato: «Gesù ha sperimentato l’amaro destino dei profughi, degli esuli, di chi deve lasciare tutto per cercare di tenere salva la vita. La sua condizione non è di privilegio ma di profonda condivisione dell’ingiustizia del mondo, dell’ingiustizia della storia, soprattutto dell’ingiustizia che riguarda gli ultimi, i poveri, coloro che consideriamo masse prima che persone».

Ci sono martiri bambini innocenti anche oggi. Come quelli di allora perdono la vita senza neanche sapere il perché. Muoiono perché palestinesi, muoiono perché ebrei, senza neanche essere ancora consapevoli di essere palestinesi o ebrei. Il padre vicario ha concluso infatti che «la morte degli innocenti è la cronaca anche di questo nostro tempo, di questa guerra in cui sono i bambini a pagare il prezzo più alto, privati della loro vita, delle loro famiglie, del loro diritto di essere bambini. Il potere di chi governa si difende con la violenza, sempre assurda ed eccessiva, di cui rimangono vittime sempre i più deboli, i più fragili, cioè i bambini e le loro madri. Vediamo ogni giorno con sgomento gli sguardi di bambini che fissano il vuoto, che giocano tra le macerie delle case, tuffandosi nei crateri delle bombe alla ricerca di qualcosa, di un giocattolo o di qualcuno che li aiuti , a ricordare la propria storia, bambini costretti a essere adulti in un soffio di vita aiutando altri bambini, abbandonati a loro stessi, morti di fame o di freddo. Bambini che implorano e lottano per un po’ di cibo caldo. In ogni bambino che oggi soffre, ed è privato del sorriso e della luce negli occhi, c’è Gesù Bambino che continua a giacere nelle squallide mangiatoie della storia». In questo Anno santo di speranza, ha concluso Faltas, «non smettiamo mai di cercare i loro volti e di scoprire in essi i lineamenti di Gesù».

di Roberto Cetera