· Città del Vaticano ·

Le testimonianze dei primi pellegrini

Dall’Italia e dal mondo
uniti nella speranza

 Dall’Italia e dal mondo uniti nella speranza  QUO-293
28 dicembre 2024

Risplendono al sole le croci in legno innalzate dai primi pellegrini che percorrono via della Conciliazione, in una mattina fredda ma riscaldata da un pallido sole e dall’entusiasmo di quanti stanno giungendo a Roma per prendere parte all’evento giubilare, iniziato ufficialmente sabato scorso, con l’apertura della Porta Santa nella basilica vaticana.

Nella folla dei fedeli provenienti dall’Italia e da tutto il mondo spunta il sorriso del piccolo Leonardo, 10 anni, della parrocchia romana dei Santi Martiri canadesi, quartiere Nomentano, che ha le idee ben chiare: «Il Giubileo rappresenta per me il perdono di tutti i peccati ma questo non significa che una volta terminato possiamo ricominciare a farli. Ci invita infatti a essere più buoni per il futuro».

“Speranza” è una parola più volte pronunciata da Papa Francesco in questi giorni e ad essa ha spalancato il proprio cuore Danilo, che da Pietrasanta, in Toscana, ha imboccato la via Francigena con la compagna Ornella, arrivando a San Pietro dopo aver camminato quasi 400 chilometri. «Ho già fatto qualche tempo fa il Cammino di Santiago per cercare nel Signore il sollievo a un periodo buio della mia vita. Non ho però mai perso la speranza nell’aiuto di Dio e ora sono qui per condividere con tanti pellegrini la mia esperienza».

Una storia simile a quella di una coppia di Pesaro, partita dalle Marche seguendo un itinerario che ha avuto Assisi come prima tappa e poi diversi santuari del centro Italia, come «ringraziamento all’amore celeste che non ci ha mai abbandonati».

La luce della fede ha illuminato anche l’esistenza di Neal, giunto ieri nell’Urbe da Leicester, in Inghilterra, con la moglie Kay, dopo un grave lutto familiare «Ho sentito il bisogno di venire in questa città che non avevo mai visto e sono rimasto affascinato dalle numerose e bellissime chiese che testimoniano a ogni angolo la misericordia divina, con sculture e dipinti».

Teresa e Peter, da Praga, hanno deciso di soggiornare a Roma, insieme al loro piccolo, nella settimana di inizio Giubileo per festeggiare il compleanno del capofamiglia. «Non sapevo nulla fino a pochi giorni fa, è stata una sorpresa di mia moglie che, conoscendo la mia grande religiosità, ha voluto farmi questo splendido regalo. Abbiamo fatto tutto il percorso giubilare fino alla Porta Santa e nel vedere la maestosità della basilica Vaticana e il “nuovo” baldacchino del Bernini — tornato a risplendere lo scorso 27 ottobre dopo il restauro — ho pianto di gioia».

Affascinato «dalla spiritualità che si respira in ogni tempio di Roma»: è il pensiero di Avil, che dall’India ha girato il mondo in lungo e in largo ma non ha mai visto «una città così piena di spiritualità come questa. Il Giubileo è un evento che permette di crescere come uomo, anche attraverso la conoscenza di tante persone con le quali condividere storie ed esperienze che possono solo arricchirti».

di Rosario Capomasi