· Città del Vaticano ·

Il Vangelo in tasca, di Leonardo Sapienza

Guardare in alto

 Guardare in alto  QUO-292
27 dicembre 2024

«Alzati, rivestiti di luce… Alza gli occhi intorno, e guarda…» (prima lettura). Così si legge nella prima lettura, E così hanno fatto i Magi: si sono alzati, hanno guardato in alto, hanno seguito la stella e hanno incontrato Cristo.

Il messaggio più bello dell’Epifania è che tutti abbiamo una stella che ci guida, e nei momenti più importanti bisogna sempre alzare gli occhi al cielo. I Magi invitano a fissare la luce della stella che conduce alla Verità.

Ormai è diventata una abitudine (una triste abitudine!): alla fermata dell’autobus, sulla metro, dovunque, si incontra gente con lo sguardo fisso sul cellulare, sul tablet, senza guardarsi intorno; senza badare alla bellezza del creato… Soprattutto i giovani sono chiamati con l’appellativo di generazione dallo “sguardo basso”.

Ma è bene “alzarsi”, risollevarsi: il capo abbassato non giova! È possibile alzare il capo dalla rassegnazione, dallo scoraggiamento, dalla sfiducia, dalla disperazione. Può essere un errore fatale, quello di non guardare in alto.

Lo ricorda anche un film (Don’t look up, non guardare in alto): la popolazione si divide in chi decide, ascoltando gli scienziati, di guardare in alto e accettare il proprio destino, e chi risponde ciecamente ai politici a “non guardare in alto”.

È necessario, ogni tanto, levare il capo verso l’alto, stare in silenzio, scoprire il gusto della meditazione. È quello che provava Anna Frank, che nel suo “Diario” scriveva: «Prova anche tu, una volta che ti senti solo, o infelice, o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è così bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere felice».

6 gennaio

Epifania del Signore

Prima lettura: Isaia  60, 1-6;
Salmo: 71;
Seconda lettura: Ef  3, 2-3. 5-6; 
Vangelo: Mt 2, 1-12.


Guidami tu, luce gentile 


«La vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta… Veniva nel mondo la luce vera, eppure il mondo non lo riconobbe» (Vangelo).

Aveva ragione Platone quando scriveva: «Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce».

Assassini, ladri, ruffiani, prostitute, adulteri, e criminali vari sono il popolo della notte che teme la luce. Ma noi cristiani, che a Natale abbiamo ricevuto la luce di Cristo, non possiamo avere paura della luce della verità.

È nella luce che si riesce a intravedere il volto di Dio che è Amore. Lasciamoci avvolgere dalla luce di Cristo. «Camminiamo nella luce del Signore» (Isaia 2, 2-5).

Scrive un autore ebraico: «Spesso l’uomo, proprio nei momenti più difficili della sua vita non pensa a Dio. Come sarebbe triste allora se Dio non pensasse a lui!» (Ferdinand Ebner).

Ma Dio, per fortuna, pensa a noi! «A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio» (Vangelo). Ed è con la sua presenza che la nostra vita acquista luce e sapore.

All’inizio del nuovo anno facciamo nostra la preghiera del cardinale Newman: «Guidami tu, luce gentile. Sostieni il mio cammino nella notte; non chiedo di vedere già la meta, tu mostrami soltanto il primo passo, e oggi questo basterà. Guidami tu, luce gentile. Guidami tu, in questo buio che mi stringe, scura è la notte, la mia casa è lontana, ma so che con te io la troverò. Guidami tu, luce gentile, fino alla luce del mattino».

5 gennaio

II Domenica del Tempo di Natale

Prima lettura: Sir 24, 1-4. 8-12
Salmo: 147;
Seconda lettura: Ef 1, 3-6. 15-18;
Vangelo: Gv 1, 1-18.